Gli italiani e i Cinque Stelle. Quando finisce un amore

E la realtà è che fra le origini e i giorni nostri stanno in mezzo esperienze deludenti, chiamiamole pure fallimenti, che in politica non vengono perdonate (dagli elettori). Parliamo qui del caso della sindaca di Imola, che ha lasciato dopo soli quindici mesi. “Non posso diventare un burattino in mano al Pd”, ha detto, e da tutta Italia si sono mossi gli inviati pensando che questo potesse diventare un casus belli per l’alleanza di governo M5S-Pd. Ma il Pd non c’entra nulla, Manuela Sangiorgi aveva i numeri per governare da sola ma è stato un disastro: in poco più di un anno se ne sono andati cinque assessori e sette consiglieri di maggioranza. Così come è fallito l’esperimento di Livorno (voti dimezzati dopo cinque anni di governo), così come a Torino tutti rimpiangono Fassino, e non parliamo della Raggi a Roma perché la catastrofe della Capitale è sotto gli occhi ahimè del mondo intero. E così sono andate tutte le esperienze di amministrazione comunale grillina: l’unico sindaco buono è stato il primo, quello di Parma, Federico Pizzarotti: che infatti è stato espulso dal movimento. Quanto al governo con la Lega, abbiamo visto alle Europee che cosa sia costato al M5S.

Ecco perché tornare a correre da soli può essere una scelta romantica, ma che scalderà ben pochi cuori.

QN.NET

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