L’ultimo giallo su Messina Denaro in un’intercettazione. “Iddu lo accompagnavano alla stazione di Trapani”

Le Fiamme Gialle hanno scoperto che uno dei trafficanti (con precedenti specifici), si chiama Nicolò Mistretta, è di Campobello di Mazara, incassava dall’aprile scorso il reddito di cittadinanza: 500 euro al mese. Criminali che provano a fare gli insospettabili.  

Per il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e il suo vice Paolo Guido un’altra mossa in questa partita a scacchi che sta diventano estenuante. Matteo Messina Denaro è latitante dal giugno 1993, è ormai un fantasma, le tracce in Sicilia si sono diradate e adesso la partita si gioca oltre lo stretto. Questa mattina, l’indagine condotta dai sostituti procuratori Francesca Dessì, Gianluca De Leo e Pierangelo Padova ha fatto scattare perquisizioni a Milano, dove alcuni fedelissimi della primula rossa si erano trasferiti per affari e strani giri. Messina è stato invece arrestato a Bologna, dove abitava ormai da tempo: data l’età, 73 anni, resta ai domiciliari.   

Ma anche fuori dalla Sicilia, questa è una storia che è impregnata di passato, la vera forza del 57enne Messina Denaro: Antonio Messina, originario di Campobello di Mazara, è un ex avvocato radiato dopo una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa e droga, il pentito Rosario Spatola raccontava negli anni Novanta di sue relazioni romane e di contatti con i vertici di Cosa nostra palermitana. Un personaggio ancora oggi misterioso. Quella mattina di due anni fa, parlava di “Iddu” con Giuseppe Fidanzati, il figlio di Gaetano, storico trafficante di droga siciliano.   

Dove sarà mai Messina Denaro? Chi lo protegge? Che carta di credito sta utilizzando? Chissà se legge mai le notizie su Internet che riguardano i suoi fedelissimi, gli amici, i parenti, i familiari, sono tutti finiti in carcere per causa sua. Chissà se qualche volta si è nascosto dentro una viuzza di Castelvetrano per vedere sua figlia Lorenza, che oggi ha 24 anni, in un pizzino scriveva di non averla mai incontrata.

Alla stazione di Trapani, una vecchia palazzina del 1880, non c’è ancora nessuno. Il primo treno, alle 5,45 è per Castelvetrano, la città della primula rossa. Alle 6,46 parte il treno per Ragusa, ci mette quasi quattordici ore per attraversare la Sicilia, un’eternità. Questa stazione è il posto perfetto per scomparire nel nulla.

REP.IT

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