Renzi sfida il premier: chiederemo un decreto su Irpef e infrastrutture
«Entro il 15 gennaio presenteremo il nostro piano al premier e chiederemo di trasformarlo in un decreto — spiega Renzi —: i soldi ci sono ma sono bloccati per ricorsi, Tar e inghippi procedurali. Sbloccandoli, avremmo qualche reddito di cittadinanza in meno e qualche posto di lavoro in più». L’ex premier punta il dito contro le lungaggini burocratiche ed evoca con forza il «modello Milano». «È evidente che le procedure standard non funzionano. Il modello che ha funzionato con l’Expo: riconosco il merito del sindaco Letizia Moratti — aggiunge —. Quando arrivai a Palazzo Chigi l’Expo era fermo, stava per essere chiuso, buttato via. Immaginate cosa sarebbe successo». Renzi, a questo piano, dà anche un nome forte: «Shock», con tanto di scritta gialla su campo fucsia stile fumetto.
Sul palco sale anche Ettore Rosato, timoniere della macchina dei comitati civici: «Siamo a 25 mila iscritti», annuncia. Mentre Renzi illustra una road map politica sul territorio: «La piazza strapiena di Bologna contro la Lega dimostra che c’è un popolo che sa come fare: per questo evitiamo di disturbare Stefano Bonaccini che rimarrà governatore». E poi: «Ci candideremo a tutte le prossime elezioni regionali a partire dalla Toscana», nel maggio 2020.
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