Deputati assenteisti. I terremotati possono attendere

di BEPPE BONI

Con le mail e i post sui social sono imbattibili, efficienti, prolifici, attenti ai particolari e attivi senza sosta, domenica compresa. Annunci, promesse di lotta dura senza paura, impegno civico al fianco dei cittadini. Uno spirito di servizio non stop dedicato alla collettività, insomma. Però lo spettacolo desolante dell’aula della Camera per la discussione (rinviata) del decreto terremoto per il disastro del centro Italia nel 2016 racconta un’altra storia.

In calendario c’era anche la discussione sul clima sull’onda della sveglia data da Greta. Uno pensa: si saranno messi d’accordo, tutti fuori come si faceva al liceo per evitare il compito di matematica. Uniti e compatti. Purtroppo no. La mattina dell’aula vuota è sorta così, per caso, senza complotti, una fuga trasversale da destra e sinistra. L’emiciclo popolato solo di venti deputati prima del rinvio dei lavori è stato un esempio di menefreghismo spontaneo. Di fatto genuino. La discussione riprenderà a breve. I terremotati di Umbria e Marche attendono da tre anni soluzioni per accelerare la ricostruzione. È gente abituata a non avere fretta.

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