Mes, Gualtieri: “Raggiunto accordo all’Eurogruppo, passano i tre punti chiesti dell’Italia”

Il secondo era la riapertura di un aspetto tecnico, ma importante per l’Italia, della riforma, riguardante le “clausole di azione collettiva” (CACs) e la cosiddetta “sub-aggregazione” dei titoli di Stato nell’eventualità, molto remota, in cui dovesse essere ristrutturato il debito pubblico.

Il terzo obiettivo era la rimozione del riferimento, voluto soprattutto dai tedeschi, a una limitazione di fatto dei titoli di Stato detenuti dalle banche come condizione per approvare la garanzia europea per i depositi bancari (Edis). L’Edis, ultimo elemento mancante dell’Unione bancaria europea, è ancora molto lontano dall’accordo finale, e si sta discutendo ancora la ‘road map’ verso la sua approvazione (si spera a giugno).

“E’ stato definito – ha spiegato Gualtieri – un accordo di principio che dovrà essere finalizzato in linea con le procedure nazionali; non èstato definito mercoledì sera”, in modo da consentire ora al Parlamento italiano di esprimersi. “Abbiamo ottenuto – ha continuato Gualtieri – una cosa importante, che è la possibilità di una sub-aggregazione dei titoli, un meccanismo che rende in qualche modo le ‘single limb CACs’ più simili alle ‘dual limb CACs’; un meccanismo intermedio, una cosa molto tecnica ma che per l’Italia era importante, e che verrà menzionata nella lettera sulle conclusioni” del presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno.

Questo “richiederà lavoro aggiuntivo all’inizio dell’anno nuovo, dopo il quale sarà possibile la finalizzazione dell’accordo, e poi naturalmente la firma e la procedura di ratifica” della riforma del Mes. “E’ importante – ha aggiunto Gualtieri – che anche per quanto riguarda il ‘backstop’ (il fondo di garanzia del Mes per le risoluzioni bancarie, che verra’ introdotto con la riforma) sono state respinte tutte le ipotesi di condizionalita’; quindi si tratta di uno strumento di mutualizzazione delle risorse senza alcuna condizionalita’, che e’ il primo caso a livello europeo”. Riguardo, infine, all’Unione bancaria “e’ stata una discussione molto lunga e difficile che si e’ tradotta nel fatto che dovremo continuare a lavorare su questo tema”. Comunque, ha sottolineato il ministro dell’Economia, “noi abbiamo ottenuto l’eliminazione dalla ‘road map’ dei riferimenti alla modifica del trattamento prudenziale dei titoli sovrani. Quindi il lavoro sull’Unione bancaria dovrà continuare”.

“E’ chiaro – ha insistito Gualtieri – che non si è deciso di modificare il trattamento prudenziale dei titoli sovrani. Questa posizione di alcuni Stati membri è stata accolta. Quindi si continua a lavorare, si lavorerà nell’orizzonte della legislatura europea. Da questo punto di vista non è stata presa alcuna decisione dannosa per l’Italia, e questo era molto importante: io ho sempre detto, fin dall’inizio che questa era la questione veramente importante”.

Il ministro, rispondendo a un giornalista, ha anche riferito che a un certo punto, durante la discussione, ha “posto il veto”, non accettando l’accordo di principio sul Mes che Centeno voleva dare per acquisito, senza le modifiche riguardanti le clausole di azione collettiva (CACs) e la sub-aggregazione dei titoli. Il Mes, nella sua versione attuale, prevede che nel caso in cui si debba procedere alla ristrutturazione del debito sovrano di un paese, le decisioni siano presa con un sistema di doppia maggioranza qualificata (“dual limb CACs”): una per l’insieme complessivo dei “bondholder” di qualunque tipo, e un’altra per ciascuna diversa tipologia di titoli di Stato.

La riforma sul tavolo prevede invece la soppressione di questa seconda consultazione specifica dei detentori di ogni “tranche” di titoli di Stato, e il passaggio a un sistema a maggioranza qualificata unica (“single limb CACs”), in modo da agevolare le procedure per la ristrutturazione del debito. Dopo le polemiche degli ultimi giorni in Italia, il governo ha cercato di riaprire la discussione su questo punto, per cercare di tutelare di più le eventuali minoranze nella platea di detentori di titoli di Stato. L’accordo all’Eurogruppo ha preso ora in conto questa esigenza. 

TGCOM

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