Lo sguardo rivolto al passato
di Sabino Cassese
Paradossale la discussione parlamentare sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes).
Si è discusso degli epifenomeni, di ciò che è accessorio (il governo
italiano ha mentito? Sapeva o non sapeva? Ha informato o non ha
informato il Parlamento?), non delle modifiche proposte a quattro
articoli di un trattato di 48 articoli, già firmato nel 2012, modifiche che richiedono comunque una ratifica parlamentare
in ogni Stato.
Una seconda dimostrazione della nostra schizofrenia sta nella contraddizione tra lo spirito non cooperativo rispetto all’Unione europea, che ha dominato il dibattito, e l’operosa iniziativa del ministro dell’Interno, che si è assicurata la cooperazione di un certo numero di Paesi membri dell’Unione per risolvere un problema che il principale oppositore del Mes aveva posto, quando occupava la stessa carica, quello di distribuire gli immigrati nei Paesi dell’Unione.
Poi, mentre noi discutiamo del sesso degli angeli, in una nuova Arcadia, sempre con lo sguardo rivolto verso il passato, Francia e Germania fanno piani per il futuro dell’Unione, tema a cui propongono di dedicare il prossimo anno e mezzo. Il Mes non nasconde tutti i pericoli che sono stati evocati, è anzi uno strumento al servizio degli Stati, ai quali può erogare prestiti in caso di difficoltà, come ha già fatto con Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda e Cipro.
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