Sfottò e liti risvegliano la Nato dalla “morte cerebrale”
All’apertura del summit Nato a Londra, il padrone di casa Boris Johnson riscopre lo spirito dei Moschettieri: “Se la Nato ha un motto, questo è uno per tutti, tutti per uno”. Alla fine del lavori ufficiali, Donald Trump cancella polemicamente la conferenza stampa finale. Nel mezzo, tra i tanti bilaterali e le diverse dichiarazioni, c’è un fuorionda in cui, prima della cena a Buckingham Palace, il primo ministro canadese Justin Trudeau, il presidente francese Emmanuel Macron, il premier olandese Mark Rutte e il primo ministro britannico Boris Johnson sparlano e ironizzano su Donald Trump e il suo staff.
L’audio fra i leader non passa affatto inosservato. A farne le spese è soprattutto Trudeau. Ha “una doppia faccia”, ha tagliato corto il presidente Usa interpellato sulla questione, ”è un simpatico ragazzo ma probabilmente è irritato per le mie parole. La verità è che io gli ho rinfacciato il fatto che non sta pagando il 2% e non è molto felice per questo”. Dal canto suo il premier canadese ha assicurato ai cronisti di avere un’ottima relazione con Trump di aver avuto un grande colloquio con lui.
Fonti vicine a Johnson si sono invece affrettate a chiarire che “erano gli altri che hanno avuto questa conversazione e non era certo Boris a guidarla”.
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