Passano gli anni e gli evasori restano
«Chi lo ga in tel (censura) se ’o tegna!» Ed ecco che, quasi 160 anni dopo l’Unità, ci ritroviamo inchiodati, in questi giorni, sempre lì. Tra le urla belluine di chi è pronto a cavalcare la tigre facendo intendere agli imperterriti evasori che devono tener duro perché, se cambia il governo, l’ennesima sanatoria arriverà quanto prima.
C’è solo da aver pazienza. Perché, come disse un giorno un economista assai critico con le sanatorie, «per la massa enorme degli evasori le probabilità di essere verificati sono minime» e grazie ai «condoni cadenzati ogni decennio (…) il rapporto fiscale si basa su questa ragione pratica: farla franca, confusi tra milioni di evasori; farla lunga, coltivando con calma la lite; farla fuori, con poche lire di condono». Chi era? Giulio Tremonti, sul Corriere del 25 settembre 1991. Che dite: che poi i condoni li ha fatti anche lui? Uffa, la memoria!
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