La casa di Renzi e quella di Formigli. Due facce dello stesso problema
Come sapete dopo l’intervista che Formigli ha fatto a Matteo Renzi la scorsa settimana vi sono stati alcuni che sui social hanno insultato Corrado e altri che si sono spinti addirittura a pubblicare le foto della sua abitazione. Peraltro, e per fortuna, andando a guardare i commenti sul sito di Piazzapulita ho visto anche un cospicuo numero di commenti di persone che in maniera assolutamente pacata, educata e rispettosa, criticavano il modo con cui era stata fatta quell’intervista. Questo mi rincuora perché vuol dire che nel nostro paese, nonostante tutto, c’è ancora chi sa e ha voglia di esprimere la propria opinione in modo civile.
Corrado ha detto che dopo una rapida ricerca ha constatato che quei commenti e soprattutto le foto pubblicate, provenivano da pagine unofficial di Renzi e da persone in qualche modo riconducibili a Italia Viva. Sarà certamente così perché, purtroppo, come dicevo sopra, gente che si comporta in questo modo indegno c’è dappertutto, soprattutto nell’immenso mondo della rete.
Immediatamente è scattata la solidarietà di molti colleghi giornalisti a Formigli che, però, non si sono limitati a condannare l’accaduto ma che in modo esplicito, chi più chi meno, hanno lasciato intendere che quanto accaduto non sia figlio di condannabili e condannate iniziative di singoli, bensì di una sorta di regia dello stesso Renzi. C’è chi ha parlato di copyright di Totò Riina e chi più “pacatamente” ha chiamato in causa “la Bestia”. Il tutto “dimenticando” che il primo a denunciare come “porcherie” il trattamento riservato a Formigli era stato proprio Matteo Renzi che però, nel farlo, avrebbe utilizzato una conversazione privata con Formigli e aggiunto un riferimento alla diversità di trattamento riservatagli quando ha subito cose analoghe e, non di rado, peggiori. Fatto, questo, che ha irritato Formigli fino al punto di dire, in sostanza, che Renzi gli aveva espresso solidarietà in realtà per usarlo.
Detto tutto questo vorrei focalizzarmi su qualche punto:
1) Il tema “personaggio pubblico” di cui parla lo stesso Renzi, a mio avviso non è la questione centrale e, anzi, rischia di divenire un elemento persino fuorviante rispetto a quanto accaduto. Chi e cosa sia un personaggio pubblico è un legittimo dibattito per il futuro. Penso invece che la questione sia più essenziale, perché attinge alla sfera meramente privata di qualcuno, che resta – o almeno dovrebbe – restare tale sia che si tratti di un giornalista di successo, sia che riguardi un politico di primo piano. La violazione della privacy, l’intromissione nello spazio privato di ciascuno, ha lo stesso identico peso in entrambi i casi e deve essere ugualmente censurata e condannata senza se e senza ma. Se diciamo questo diciamo anche che chi vìola il segreto istruttorio per dare notizie che non hanno alcuna rilevanza penale e che attengono, appunto, ad un ambito che dovrebbe rimanere protetto, compie chiaramente e semplicemente un illecito e non sta facendo alcuna attività meritoria, salvo che non si consideri come un merito, cosa che purtroppo sempre più avviene, farlo nei confronti di un politico.
2) Poi c’è tutto il tema della “notizia”. Se c’è una notizia io sono obbligato a darla. C’è la notizia dell’inchiesta sulla Fondazione Open, non posso non darla, c’è la notizia del prestito di 700 mila per l’acquisto della casa di Renzi, come faccio a non darla. Ovviamente faccio riferimento a queste due cose perché sono le ultime in ordine di tempo, ma ogni giorno ve ne sono altre che riguardano altri e che seguono la stessa logica. Non è certo qui il caso di aprire una discussione su cosa è notizia o meno, su come dovrebbero essere trattate le notizie, sulla responsabilità di ogni singolo giornalista sulla “valutazione” della notizia. Non è il caso di farlo qui ma sarebbe molto utile trovare una sede adeguata per farlo, a tutto tondo, a viso aperto. Però vorrei sapere se si può contestare il metodo attraverso cui arrivano determinate notizie (come noto spesso fornite direttamente da ambienti delle procure ai giornalisti di giudiziaria), come vengono trattate e pubblicate sui media. E’ vero o non è vero che ormai, non più la notizia di un avviso di garanzia, ma il semplice avvio di un’indagine vengono sparati su media e tv a tutta pagina (con conseguente e potentissimo strascico sui social) di fatto realizzando una tremenda e immediata condanna mediatica che non di rado viene smentita dalle decisioni dei tribunali quando ormai, però, il danno irreversibile è stato consumato? Ma con la casa di Renzi siamo arrivati oltre. Non c’è un reato, non c’è un indagato e non c’è manco un’inchiesta. E allora di che si parla, si scrive, si dibatte? Sostanzialmente di etica e di moralità. E questo vi pare giusto, vi pare normale in uno stato che dovrebbe essere laico? E poi ci si meraviglia se alimentando questa stortura qualcuno comincia a fare le pulci al giornalista di turno sulla sua casa, sui suoi guadagni, sui suoi ‘privilegi’? C’è poco da meravigliarsi e da pretendere distinzioni se ci si incammina su questa strada nessuno può uscirne illeso, o pretendere di farlo.
3) Personalmente sono 20 anni che mi batto contro ogni tipo di demonizzazione soprattutto dei miei avversari perché sono sempre stato convinto che se vuoi difendere un modo diverso di concepire la politica ed il confronto pubblico devi essere intransigente prima nella difesa di quelli che sono più lontani da te che dai tuoi. E quindi vivo con una serafica coerenza la condanna di quello che è stato fatto a Corrado. Ma davvero tutti possono ritenere di trovarsi nella medesima situazione? Davvero qualcuno oggi può paragonare un pugno di esaltati alla “Bestia”? Renzi starà pure sulle palle e certamente lui ci ha messo talvolta del suo, ma c’è qualcuno da qualche parte che ha la forza e il coraggio di riconoscere che quello che è stato fatto nei confronti di Renzi in questi anni grida vendetta davanti a dio? Il sistematico tentativo di demolirne l’immagine, non di rado con il sofisticato metodo dell’insinuazione, del sospetto, della delegittimazione? C’è qualcuno che, almeno a posteriori, ha il coraggio di dire che la difesa del principio del rispetto e dei diritti basilari delle persone prescinde dalla simpatia o meno di chi hai difronte? Non credo. Anzi già so che questa riflessione produrrà un’ulteriore sequela di insulti o, se va bene, una piccata presa di distanza da parte di chi in tutto o in parte si sente chiamato in causa. Ma io non smetto di combattere con le armi che ho: la parola e i comportamenti, per realizzare l’utopia di una società dove ognuno si senta in dovere di difendere principi e valori come dignità, rispetto e civiltà soprattutto quando vengono violati nei confronti di persone completamente diverse da me.
*deputato di Italia Viva
IL FOGLIO
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