Detrazioni fiscali 2020, la guida. Colpiti i redditi più alti
di ANTONIO TROISE
Roma, 11 dicembre 2019 – Stop agli sconti fiscali per la palestra del figlio, per le tasse di iscrizione universitaria. Ma anche per la cura degli animali domestici o per le spese sostenute per i funerali. Non si salvano neanche le assicurazioni sulla vita o le donazioni liberali. Insomma, una bella sfoltita nella selva delle detrazioni fiscali che vale ogni anno oltre 75 miliardi di euro, spalmati su oltre 600 capitoli. Il primo tassello della cosiddetta tax expenditures, il riordino degli sconti fiscali previsti nel nostro ordinamento, è stato sistemato nella legge di Bilancio in discussione al Senato.
Nel mirino i contribuenti più ricchi, quelli che dichiarano oltre i 120mila euro. Oltre questa soglia gli sconti fiscali tenderanno, infatti, gradualmente a ridursi “in misura decrescente al crescere del reddito complessivo”. Fino ad annullarsi completamente oltre la soglia dei 240mila euro. Con due sue eccezioni: le spese per gli interessi dei mutui prima casa e le detrazioni sanitarie, che da sole valgono quasi il 25% dell’intera dote destinata alle detrazioni fiscali, più di 20 miliardi di euro. In questi casi la detrazione si applica sempre, non c’è limite di reddito.
Inoltre, sulla falsariga di quanto previsto per le detrazioni per carichi di famiglia e per quelle per redditi da lavoro, il reddito complessivo utile per determinare la misura delle detrazioni effettivamente spettanti è assunto al netto di quello derivante dall’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.
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