Caccia ai responsabili
Ecco, ci risiamo, quante volte queste mura hanno visto queste scene. Seguite Federico D’Inca, ministro dei Rapporti col Parlamento, uno dei più garbati, sempre tono di voce giusto, mai una decibel di troppo. Lì nei corridoi dietro l’Aula avvicina qualche senatore azzurro: “Beh, insomma, siamo un po’ in difficoltà. Alcuni dei nostri non votano… Qualche assenza vostra ci aiuterebbe”.
Ricapitoliamo, per comprendere la richiesta: si vota il Mes, la risoluzione è una vera supercazzola, in cui il famoso rinvio sembra che ci sia ma non c’è, quattro Cinque Stelle dichiarano che voteranno con la Lega, primo vero smottamento del partito di Di Maio, assente non a caso. La parola esatta da usare è crisi di nervi. Non è eccessiva. Roberta Pinotti, girandosi verso un collega: “Ma l’hai sentite le urla che venivano dal corridoio dove stavano i Cinque stelle? Dissidenti, contrari, lì dentro è un casino”. Poco distante Gianluigi Paragone la fotografa così, è sempre un giornalista: “Se continui a fare un po’ di qua e un po’ di là, è ovvio che non reggi su una roba da azzeccagarbugli”.
È profondo il malessere. Quattro oggi, altri sono in sonno. Capite la richiesta di D’Incà a Forza Italia. È ovvio, una cosa così non è iniziativa solo di un volenteroso ministro. In un capannello questa è la ricostruzione di più di un senatore informato: “Glielo ha chiesto Conte che, non è un mistero, parla con Letta. E infatti Massimo Mallegni è assente”. Massimo Mallegni, inquieto senatore azzurro, già sindaco di Pietrasanta è colui che sta tentando una operazione, che parte col voto di oggi, ma più ambiziosa: un gruppo parlamentare autonomo, che stabilizzi il governo. Assieme all’ex capogruppo Paolo Romani. Negli ultimi giorni ha parlato con parecchi ministri del Pd ma anche con Roberto Calderoli, assicurando che una decina di senatori ci sono.
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