Brexit, e ora che succede? Dai visti per i turisti allo stop per i lavoratori non qualificati, ecco cosa cambia
di Luigi Ippolito
Dal nostro corrispondente
LONDRA — Con i conservatori che ottengono la maggioranza assoluta, l’accordo sulla Brexit negoziato lo scorso ottobre con Bruxelles dovrebbe essere rapidamente approvato dal Parlamento: il premier ha intenzione di presentare il testo a Westminster già prima di Natale per un primo via libera, anche se per l’approvazione definitiva occorrerà aspettare gennaio.
L’accordo di recesso
In questo modo Londra uscirà dalla Ue il 31 del mese prossimo, come previsto. E lo farà sulla base delle intese già concordate, che in primo luogo garantiscono i diritti acquisiti dei cittadini europei: per chi già vive e lavora qui non cambia nulla, occorre solo registrarsi al ministero dell’Interno sulla base del «settlement scheme». Allo stesso modo Londra pagherà a Bruxelles un «conto» di quasi 40 miliardi di euro che vanno a coprire gli impegni già assunti in precedenza. Cambiano invece le cose per l’Irlanda del Nord, che sarà soggetta a un regime diverso rispetto al resto della Gran Bretagna, per evitare il ritorno a un confine rigido con la Repubblica d’Irlanda a Sud: l’Irlanda del Nord rimarrà legata al sistema doganale europeo e al mercato unico, mentre il resto della Gran Bretagna ne sarà fuori.
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