Conte supplica l’Europa di modificare il Mes ma la strada è in salita

Fabrizio De Feo

«Non siamo qui per firmare nulla. Come anche da risoluzione del Parlamento, e su questo c’è piena sintonia tra Governo e Parlamento, vogliamo ancora migliorare il Mes».

Giuseppe Conte, arrivato a Bruxelles per il Consiglio europeo prova ancora una volta a sminare il terreno del Meccanismo Europeo di Stabilità e a diffondere rassicurazioni. «Abbiamo da lavorare ancora su alcuni aspetti nient’affatto secondari, ad esempio ci sono le Cacs, le clausole di azione collettiva. Ci lavoreremo. Ho già anticipato ai leader europei che dobbiamo lavorarci sopra. Prima di chiudere vogliamo una visione complessiva e il Parlamento sarà informato in modo trasparente come abbiamo sempre fatto, sarà pienamente coinvolto».

La revisione del trattato sul Mes, in base alla posizione del governo italiano, non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e non introduce alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea «il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri».

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