Conte supplica l’Europa di modificare il Mes ma la strada è in salita
Il messaggio fatto partire da Bruxelles dal premier italiano è, dunque, tarato sulla condivisione e la disponibilità europea – tutta da verificare – a rivedere l’impianto stesso e l’architettura delle norme del nuovo fondo salva-Stati. L’impressione diffusa è che l’Italia in questa fase possa al massimo prendere tempo in attesa che possa aprirsi qualche spiraglio visto che tutti i partner sembrano d’accordo sull’impianto della norma. Di certo la dichiarazione dell’Eurosummit che finirà sul tavolo dei leader questa mattina a Bruxelles è diventata più prudente e offre una maggiore disponibilità all’ascolto. Il punto due della bozza aggiornata recita infatti: «Incarichiamo l’Eurogruppo di finalizzare il lavoro tecnico sul pacchetto di riforme del Mes, in attesa delle procedure nazionali, e di continuare a lavorare su tutti gli elementi dell’ulteriore rafforzamento dell’Unione bancaria, su base consensuale».
Conte vive a distanza le fibrillazioni italiane conseguenti agli addii dei senatori Cinquestelle in direzione Lega. E così prova a trasformare il dibattito sul Green Deal in uno strumento utile a sedare le turbolenze industriali italiane. «Noi sosteniamo assolutamente il piano ambientale» della nuova Commissione europea, «lo vogliamo ambizioso. Chiaramente ci batteremo affinché alcuni dei fondi, come il Just Transition Fund e altri», che sono previsti per la riconversione «verde» dell’economia europea, «possano essere utilizzati per la transizione energetica nei vari settori industriali. Noi dobbiamo accompagnare la nostra industria verso questo ri-orientamento delle strategie imprenditoriali, verso produzioni che non sfruttino più combustibili fossili, che siano evidentemente eco-compatibili. E quindi l’Ilva rientra in questa logica, assolutamente», conclude il premier, rispondendo a una domanda sull’acciaieria in crisi di Taranto, i cui altiforni sono alimentati a carbone. Inoltre, da parte di Roma c’è la richiesta che gli investimenti verdi vengano esclusi dal Patto di stabilità e dal deficit. Richiesta che difficilmente verrà accolta.
IL GIORNALE
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