Partito Sardine Democratiche Italiane (PSDI)? Anche no!
Rischiando il paternalismo — un rischio professionale, caratteriale e anagrafico — dico: l’importante è che non diventino un partito. Perché, presto o tardi, conoscerebbero le difficoltà, le divisioni e le amarezze dei Cinquestelle (piattaforma Cousteau invece di piattaforma Rousseau, considerate le suggestioni marine?). Un partito deve avere un leader, un programma, un’organizzazione. Le sardine hanno Mattia Santori, il portavoce. È più garbato e rassicurante di Beppe Grillo ai tempi del vaffa, ma deve stare attento: le presenze televisive hanno raggiunto il livello di guardia. Le sue opinioni, continuamente sollecitate, diventano la linea delle sardine. Tra poche ore o pochi giorni qualcuno dei suoi dirà che non è accordo.
La sardine, oggi, mostrano freschezza e godono di buona reputazione. Ripeto: non facciano un partito (PSDI, Partito Sardine Democratiche Italiane? Nome occupato). Indichino invece buoni candidati prima di ogni elezione: persone disinteressate, competenti, con programmi sensati. Sarebbe un bel servizio, e un modo di evitare tentazioni.
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