Aereo precipitato in Iran, Trudeau e gli 007 americani: abbattuto da un missile

Le foto termiche

A supportare l’ipotesi dei funzionari americani sarebbero le foto termiche. A una prima analisi — a quanto si apprende — quelle istantanee mostravano il surriscaldamento eccessivo di uno dei motori. Ma dopo un ulteriore approfondimento sarebbero stati notati i preparativi, l’accensione del radar, il lancio di almeno un missile, la sua scia e il bagliore provocato dall’impatto con il Boeing. Questa ricostruzione sarebbe supportata — secondo gli esperti — da due elementi. L’assenza di qualsiasi comunicazione d’emergenza dalla cabina di pilotaggio e la sparizione del segnale radar all’improvviso. Quello che continua a non essere chiaro è come abbia fatto il velivolo a procedere per altri tre minuti (forse perché colpito a un’ala) e a virare a destra per dirigersi verso lo scalo di Teheran.

I dati della società privata

Ulteriori dettagli sono stati forniti dalla società privata Aireon. È la stessa che ha mostrato come il Boeing 737 Max 8 di Ethiopian Airlines fosse caduto lo scorso marzo con la medesima dinamica di un altro 737 Max inabissatosi nell’ottobre 2018 in Indonesia, portando al fermo globale del modello. Dal quartier generale di Aireon confermano via e-mail al Corriere di aver inviato «alle autorità competenti i dati raccolti sui movimenti dell’aereo» fino all’impatto.

L’analisi delle scatole nere

Ma soltanto le scatole nere — una registra le informazioni di volo, l’altra gli audio in cabina — potranno fornire una versione quasi definitiva. I dispositivi sono nelle mani dell’ente iraniano dell’aviazione civile che ieri con un rapporto preliminare di tre pagine ha confermato che il Boeing «ha virato a destra dopo un problema e ha fatto rotta verso l’aeroporto al momento dello schianto. L’aereo è scomparso dai radar quando ha raggiunto gli 8.000 piedi (2.438 metri) e il pilota non ha inviato messaggi radio riguardo le circostanze insolite». La Repubblica islamica non invierà negli Usa le scatole nere. È probabile che venga chiesto l’aiuto dei francesi del Bea. «Finora non abbiamo ricevuto alcuna richiesta dall’Iran», risponde al Corriere un portavoce dell’ente investigativo.

Il team ucraino in Iran

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha spiegato che l’omologo iraniano Hassan Rouhani ha «garantito piena collaborazione» per una «obiettiva indagine» che secondo l’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile, è sotto la giurisdizione di Teheran. Ieri nella capitale sono arrivati 45 investigatori ucraini. I team dovranno vagliare anche altre cause: l’attacco terroristico, il drone e il problema tecnico.

CORRIERE.IT

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