Quello strano caso di Salvini, il leader che sotto processo prende più voti

Vengono così al petto le contraddizioni di tutti i contendenti. Il Pd sa che buona parte del suo stesso elettorato emiliano ha simpatia per il pugno di ferro di Salvini sull’immigrazione, ma deve tener conto dell’area più estremista e infantile della sinistra la quale, mentre tenta di dimostrare che la politica dei «porti chiusi» fu solo propaganda senza risultati, vorrebbe però processare l’ex ministro per quello che definisce un bluff. Il M5S sta messo anche peggio, per la semplice ragione che non batté ciglio quando era al governo con Salvini e anzi lo salvò dal processo nel caso di un’altra nave, la Diciotti. Infine c’è il centrodestra, che chiedendo di votare in Senato anche a Senato chiuso accredita l’accusa di usare il delicato tema dell’immigrazione per fare consenso facile. La soluzione, come sempre, sarebbe nelle regole: lasciare che i commissari decidano in libertà di coscienza, sulla base delle carte. Invece ora qualsiasi decisione sarà presa, rinvio o non rinvio, apparirà e sarà strumentale. Anche così, un po’ alla volta, la democrazia parlamentare perde credibilità.

CORRIERE.IT

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