Conte: «La verifica sarà a fine mese Il voto regionale non è decisivo»
Che peso avrà il voto in Emilia-Romagna? Perché la verifica è slittata a dopo?
«Questo
voto è importante, ma rimane espressione di una comunità regionale e
non decide del destino del governo nazionale. Quanto alla verifica, si
tratterà più esattamente di un “confronto” con le varie forze di
maggioranza per impostare l’Agenda 2023, sulla base di alcune priorità
che io stesso ho individuato. Da un primo scambio con le forze politiche
ho compreso che conviene attendere ancora alcuni giorni per dare il
tempo a tutti di elaborare un’ampia riflessione. Oggi parte la
riflessione interna al Pd. Anche il M5S sta completando un’opera di
riorganizzazione interna e chiede alcuni giorni per offrire il proprio
contributo. È ragionevole che il confronto slitterà alla fine di questo
mese. Ma questo non è un male. L’importante è ripartire con maggiore
coesione, chiarezza di obiettivi, massima determinazione. Vogliamo che
l’Italia torni a correre».
Il referendum sul taglio dei parlamentari — con il contributo della Lega — è un punto a favore del partito del voto anticipato?
«Mi limito a osservare che sollecitare il pronunciamento dei cittadini è cosa in sé pienamente legittima, soprattutto rispetto a una riforma costituzionale così importante. Se però questo percorso referendario viene sollecitato anche da partiti, come la Lega, che sin qui hanno sostenuto questa riforma e adesso provano a metterla in discussione sperando di destabilizzare il governo, allora vi è qualcosa che non torna. Non credo che i cittadini premieranno espedienti ispirati a mera convenienza elettorale».
Avete detto che volete
tagliare le tasse. Ma nella prossima manovra ci sono già 20 miliardi di
clausole di salvaguardia. Sarà inevitabile far salire l’Iva su alcuni
prodotti e tagliare le agevolazioni fiscali?
«In soli tre mesi siamo riusciti a trovare 23 miliardi e,
allo stesso tempo, abbiamo ridotto il carico fiscale per lavoratori,
famiglie e imprese: in un anno faremo molto di più e l’Iva non
aumenterà. Realizzeremo un’ampia riforma dell’Irpef e accelereremo il
piano degli investimenti, creando una più intensa sinergia tra pubblico e
privato. Confidiamo molto nei frutti dell’azione di lotta all’evasione.
Anche per questo abbiamo investito ben 3 miliardi di euro per
incentivare i pagamenti digitali, perché se tutti pagano le tasse, tutti
pagheranno meno. Avremo anche più tempo per operare un’oculata
revisione delle spese improduttive».
Lei è già al lavoro sulla definizione del cosiddetto cronoprogramma. Ci può anticipare una delle misure chiave?
«Un
efficace volano per l’economia del nostro Paese è la semplificazione di
tutti procedimenti amministrativi. Dobbiamo rendere più efficiente
l’intervento dei pubblici uffici. Purtroppo si è affermato un modello
inefficiente, secondo cui più controlli ci sono e più garanzie abbiamo
di tutelare l’interesse pubblico. Non è affatto vero. Per tutelare
l’interesse pubblico occorrono controlli rigorosi ed efficaci, che
proprio per questo non devono moltiplicarsi inutilmente. In alcuni casi
può tornare utile il “modello Genova”, dove la ricostruzione del Ponte Morandi
e il rilancio delle varie opere connesse si sta rivelando un’efficace
“scossa” anche per l’economia locale. Mi piacerebbe anche realizzare un
Piano Casa specificamente dedicato alle giovani coppie: abbiamo un
grande patrimonio immobiliare pubblico spesso inutilizzato che può
essere trasformato in un nuovo modello di edilizia residenziale,
aiutando le famiglie e contrastando la denatalità».
Il M5S si decompone rispetto al monolite originario. C’è chi ritiene imminente un passo indietro di Di Maio.
«Di
Maio ha smentito questa ipotesi. Il Movimento è nel pieno di un
processo di riorganizzazione interna e si prepara per gli stati
generali. Non tiriamo per la giacca Di Maio e lasciamo al Movimento il
tempo di completare serenamente questo processo. Sono sicuro che questo
confronto interno sarà ampio e sereno e porterà nuova linfa politica,
utile ad assicurare evoluzione positiva al Movimento».
Sul dossier Alitalia si rischia l’eutanasia del vettore tricolore. Esiste un piano B?
«Nessuna
eutanasia. È venuto però il momento di lavorare a una seria opera di
ristrutturazione che ponga la compagnia in grado di poter competere
efficacemente sul mercato dei trasporti. Il sentiero è l’unico realmente
perseguibile».
Quando deciderete su Autostrade?
Con il decreto Milleproroghe avete modificato le regole, ma vi siete
posti il problema che gli investitori devono poter contare sulla
certezza del diritto?
«La decisione arriverà presto e poggerà
su solide basi tecnico-giuridiche. Ormai è evidente che sono emerse
gravissime inadempienze nella gestione delle infrastrutture
autostradali. La vocazione di questo governo è di tutelare l’interesse
pubblico, non di assicurare un futuro vantaggioso ai concessionari
privati, tanto più se inadempienti. Gli investitori stranieri sanno che
anche nei rispettivi Paesi di provenienza vi sono sistemi legali che
prevedono rimedi molto severi in caso di breach of contract,
di inadempimenti così gravi. Quando poi ci sono interessi pubblici così
evidenti e 43 vittime eviterei di richiamare a sproposito formule come
“certezza del diritto” o “stato di diritto”. In uno stato di diritto la
sicurezza dei cittadini è al primo posto. Punto».
Il «piano green» della Ue servirà a cofinanziare la ristrutturazione di Ilva?
«In
settimana la Commissione presenterà il piano per la transizione
energetica. Ci stiamo adoperando perché l’Ilva sia al centro di questo piano green. Con ArcelorMittal c’è un tavolo negoziale che
confido completerà a breve i suoi lavori. L’obiettivo è ambizioso:
rilanciare lo stabilimento di Taranto orientandolo verso le energie
pulite, salvaguardare i posti di lavoro, rinforzare il piano di
risanamento ambientale. Siamo impegnati per risolvere questa crisi,
anche attraverso un mirato intervento dello Stato».
Sul caso Gregoretti lei sapeva o meno dei passi compiuti dal Viminale?
«Tutta
la fase decisionale riguardante lo sbarco è stata gestita dall’allora
ministro dell’Interno, che l’ha anche rivendicata, come attestano le
dichiarazioni pubbliche dell’epoca. Peraltro la vicenda risale al luglio
2019, quando era già in vigore il cosiddetto decreto “sicurezza bis”,
fortemente voluto dal ministro Salvini proprio allo scopo di rafforzare
la competenza del Viminale. Quanto invece alle attività di
redistribuzione dei migranti, mi è stata sollecitata la disponibilità a
farmene carico ed è per questo che è stato coinvolto l’Ufficio
diplomatico della Presidenza del Consiglio. Se qualcuno mi contesta il
generale indirizzo politico sul tema delle migrazioni, sono pronto a
risponderne. Le mie posizioni sul punto, formali e informali, sono tutte
documentate e non è mia abitudine sottrarmi alle responsabilità. Se
però devo rispondere della specifica decisione riguardante lo sbarco di
una nostra nave in un nostro porto, non posso affermare di essere stato
coinvolto se questo non è avvenuto».
Quota 100 scade alla fine del 2021. La cambierete?
«Quota
100 è una misura che abbiamo confermato, ma in vista della scadenza
torneremo a confrontarci per assumere le decisioni più opportune. Il
ministro Catalfo è già al lavoro per avviare un percorso organico di
riforma della previdenza. La mia preferenza l’ho già chiaramente
espressa: mi piacerebbe lavorare alla distinzione tra lavori usuranti e
lavori non usuranti per poi operare, sulla base di questa distinzione,
una revisione dell’intero sistema pensionistico».
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