Pd-Sardine, qualcosa si muove a sinistra
Magari non è un sì tutto e subito, ma assomiglia a un discreto inizio di confronto. Ognuno con i propri tempi. Per la prima volta, nel corso dell’intervista a Mezz’ora in Più, Mattia Santori, il leader delle sardine, usa parole di apertura e grande rispetto nei confronti del partito-guida del centrosinistra italiano. “Il Pd – ammette – si è messo in discussione e gli va dato atto. È il partito che ci ha dato più ascolto e mostra un’apertura vera verso di noi”. Ecco dunque l’attesa risposta al percorso che nei giorni scorsi il Pd ha esplicitato: il famoso congresso costituente, il cambiamento in grado di allargare il contenitore politico ad altri mondi extra-partitici. Non è dato sapere gli step successivi perché tutto è strettamente connesso all’esito delle regionali del prossimo 26 gennaio. In fondo, il primo vero congresso – per il Pd e le sardine – è quello. Di certo, è assai prematuro ipotizzare che i quattro ragazzi di Bologna possano partecipare al congresso del “nuovo partito” o del “partito nuovo”, nelle forme tradizionali e senza ulteriori passaggi all’interno di un movimento, così ancora allo stato embrionale.
“Per noi è troppo presto per capire se partecipare a questa fase, noi siamo in una fase di gestazione”, assicura il trentenne Santori. Non è una chiusura. Semmai è un’apertura con una piccola postilla: “Potremmo essere dei vostri, ma non adesso”. Fatto sta che il ragionamento del capo delle sardine viene apprezzato a Largo del Nazareno. Zingaretti ha seguito l’intervista in diretta tv e non appena sono scoccate le quattro del pomeriggio parlando con qualcuno dei suoi si è espresso in questi termini: “Parole e impostazioni molto corrette e condivisibili”. A chi poi gli ha chiesto di forzare per coinvolgerli, il numero uno del Nazareno ha replicato così: “I partiti non devono mettere il cappello sui movimenti, né tanto meno pensare di inglobarli sarebbe sbagliatissimo e arrogante. Semmai devono ascoltare e dare risposte ai temi che pongono”.
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