Lavoro dipendente, Gualtieri apre il tavolo del cuneo fiscale
Per ora, gli unici punti fermi sono che la legge di Bilancio stanzia 3 miliardi quest’anno e 5 per il 2021 per il taglio del cuneo — sui lavoratori dipendenti, specifica la norma — e un miliardo nel 2021 e 1,2 dal 2022 per il «Fondo assegno universale e servizi alla famiglia». L’altra cosa certa è che il taglio del cuneo scatterà da luglio, ma le modalità dello stesso sono tutte da concordare e da scrivere in un provvedimento che Gualtieri vorrebbe presentare già entro la fine di questo mese.
5 Stelle e Italia viva
Lo stesso ministro, il vice, Antonio Misiani, e il sottosegretario, Pier Paolo Baretta, anche loro del Pd, si muovono su ipotesi che partono dal bonus Renzi: 80 euro al mese di cui beneficiano 9,5 milioni di lavoratori dipendenti con un reddito tra 8 mila e 26 mila euro circa. Una prima ipotesi prevede di aumentare di una ventina di euro il bonus per chi già lo prende, portandolo intorno a 100 euro, e di erogare un’ottantina di euro al mese ad altri 4,5 milioni lavoratori dipendenti, quelli con redditi fino a 35-36 mila euro. Una seconda ipotesi punta invece a estendere il bonus Renzi verso il basso, cioè a favore degli «incapienti» (redditi fino a 8 mila euro) che non beneficiano del Reddito di cittadinanza, e verso l’alto (35-36 mila euro) senza dare di più a chi già lo prende. C’è poi da sciogliere il nodo della trasformazione del bonus in una detrazione che presenta alcune difficoltà tecniche. Su queste ipotesi i 5 Stelle vogliono dire la loro e soprattutto sventare l’ipotesi che la partita si chiuda dando soddisfazione solo alle richieste di Cgil, Cisl e Uil, premiando la solita platea di lavoratori dipendenti. E vuole essere ascoltata anche Italia viva, che ha una sua proposta di semplificazione e riduzione dell’Irpef alla quale, durante la discussione della manovra, era pronta a sacrificare il taglio del cuneo.
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