Reddito di cittadinanza, un lavoro solo per tre su cento
di CLAUDIA MARIN
Roma, 24 gennaio 2020 – Hanno trovato lavoro fino a oggi non più di 29 mila al massimo 30 mila percettori del Reddito di cittadinanza su una platea di poco meno di 815 mila potenziali lavoratori: una percentuale che supera di poco il 3,5 per cento. Una cifra che da sola certifica il fallimento dell’intervento come strumento ponte tra la disoccupazione e il lavoro. Ma il flop è anche più clamoroso se si considera che solo una quota minima (che potrebbe essere anche pari a zero nel vuoto dei dati specifici forniti) dei neo-occupati ha trovato un’opportunità di ingaggio attraverso le attività dei navigator, dei centri per l’impiego o dell’Anpal. E, dunque, al buco nero del sussidio si aggiunge quello dell’apparato pubblico dei servizi che avrebbe dovuto supportare l’operazione.
Ma andiamo con ordine. Gli ultimi dati disponibili di fonte Inps indicano che i nuclei destinatari del Reddito di cittadinanza sono pari a 915.600, con 2.370.938 persone coinvolte. Altri 125.862 nuclei comprendono i percettori della Pensione di cittadinanza, con 142.987 persone interessate.
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