Elezioni Emilia Romagna. Prodi: “Il citofono di Salvini? Metodi stalinisti”
di MARCELLA COCCHI
Bologna, 24 gennaio 2020 – Romano Prodi è seduto sul divano blu di casa. È circondato dai collaboratori della Fondazione a cui dà indicazioni. Sul tavolino, le cornici con le foto di famiglia sono così tante che quasi non trovano più posto, mentre un vaso trasparente contiene una sardina colorata e il ramo dell’ulivo. “È vero – spiega la moglie Flavia – che in novembre telefonai a Romano in Cina e gli dissi: ‘Pensavo fossero due pellegrini e invece la piazza è piena di Sardine’”. L’ex premier sorride. Ma torna subito serio per ragionare di politica.
Professore, Salvini ha ‘segnato’ con l’endorsement di Mihajlovic?
“Non ne ho la minima idea, ma la cosa non mi ha meravigliato perché, conoscendo le posizioni che l’allenatore ha tenuto in Serbia, pubblicamente e con una certa durezza, come esponente di un nazionalismo estremo, mi aspettavo che attaccasse Salvini da destra. Però aggiungo che la mia passione per il Bologna calcio resta e, anzi, aumenta sempre”.
Il gesto del citofono da parte del leader della Lega: è razzismo?
“Ecco, questa vicenda ha colpito me e tutta l’opinione pubblica straniera. Salvini ha usato l’informatore di condominio come si faceva in Unione sovietica, quando la vicina di casa spiava l’anticomunista. E la riflessione ulteriore è: se uno così diventasse presidente del Consiglio, visto che ha detto che vuole i poteri assoluti, dove arriverebbe?”.
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