Elezioni Emilia Romagna. Prodi: “Il citofono di Salvini? Metodi stalinisti”
Come è possibile che l’Emilia Romagna, regione rossa del ‘buongoverno’, sia arrivata ad essere contendibile?
“Primo: in tutto il mondo siamo di fronte a una ritirata della democrazia liberale, che oggi fatica ad accumulare risorse e a distribuirle bene. Secondo: c’è un problema italiano. Quando ho detto che i partiti si sono chiusi in se stessi e parlano tra 10 persone, ho ricevuto critiche ma è la verità”.
I grillini sono implosi. Il leader Pd Zingaretti ha annunciato un cambiamento. Sono masochisti questi partiti a farlo subito prima di un voto ritenuto decisivo anche per il governo?
“Zingaretti, che è attento, si è accorto che non si può andare avanti a parlarsi tra pochi. E forse è vantaggioso dirlo prima di domenica. Su Di Maio è casuale che la rottura sia avvenuta adesso”.
Conte è un leader?
“Ha in mano il governo, con una solidità superiore a quella di 6 mesi fa. Conte è cresciuto”.
Quindi il governo non rischia?
“Tutti i governi di coalizione rischiano” A questo punto il Prof si lascia andare a uno di quei sorrisi che qui in Emilia definiremmo larghi “E lo dico per esperienza personale perché, quando in una coalizione vi sono personalità e gruppi che hanno interessi divergenti da quello del governo, la possibilità di finire in minoranza c’è, anche se credo che oggi sia minore di ieri, perché le uscite sia parte dei renziani, sia da parte dei grillini, hanno favorito il formarsi di un nucleo più omogeneo”.
Allargare il partito, come dice Zingaretti, vuol dire aprire alle Sardine?
“Non si pone il problema, le Sardine non sono in Parlamento, siamo in una fase preliminare. Quando nacquero, i comitati non ebbero un risultato politico ma furono una spinta fortissima per la creazione dell’Ulivo, poi si sciolsero”.
Il Pd dovrebbe imitare il modello Bonaccini aprendo anche ai renziani e ai cosiddetti forzisti illuminati?
“Con la legge elettorale regionale, la divisione in due schieramenti è ovvia. In Emilia Romagna è interessante vedere come le forze di centro si siano schierate con Bonaccini”.
Sì, ma a livello nazionale?
“Per esempio in Puglia, Renzi non sostiene il candidato Pd. Però i renziani sono membri solidali del governo, quindi bisogna vedere».
E un’apertura ai forzisti da parte del Pd sarebbe troppo ardita?
“Lì non ci si capisce nulla: quando c’è un partito in dissoluzione c’è chi va di qua e chi va di là”.
Se le cito Bibbiano cosa commenta?
“La giustizia farà il suo cammino. Quando si vuole far precedere la politica rispetto alla giustizia si commette un grande errore ed è una violazione della democrazia, perché è probabile che ci siano colpe specifiche ma non c’è una comunità colpevole. Invece sono state messe sotto processo una comunità e un’intera regione”.
Però il Pd, anche su Bibbiano, non ha controbattuto in modo netto?
“Ma cosa doveva fare? La ricerca della verità andrebbe lasciata a chi fa la faccia più feroce? Il Pd si è comportato come un cittadino serio”.
I ragazzi delle Sardine li incontrerà?
“Sarei curioso di farlo. Mia moglie le ha definite fertilizzanti per la politica”.
Ma come si fa a trasformare il fertilizzante in proposte concrete?
“Non lo so. Il fertilizzante è utile per il raccolto, ma bisogna vedere se piove abbastanza, com’è il terreno… prendiamole come sono. Per ora apprezzo il linguaggio, il fatto che dicano: il problema della qualità dei politici è anche nostro”.
Vuol fare un ultimo appello per Bonaccini?
“Se mi devo far operare, vado da un bravo chirurgo con laurea, specializzazione, dimestichezza con il bisturi. Io voglio un presidente di qualità”.
E per l’Italia cosa si augura?
“Che assomigli all’Emilia Romagna, o, meglio, che i suoi indici economici siano quelli dell’Emilia Romagna”. Interviene Flavia Prodi: “Allora poi saremmo la Germania”.
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