Salvini e Di Maio come Romolo e Remo: così il capo leghista (rimasto solo) cercherà di resistere
Due anni fa la Meloni non era considerata un problema da Salvini. Ora lo è, per la sua capacità di mostrarsi leale con l’alleato e di marcare al tempo stesso una differenza di postura e di linea che le sta facendo conquistare voti. Non a caso il capo del Carroccio tenta di frenarla: l’ultimo indizio è il veto posto al candidato di FdI in Puglia, dopo che la Meloni era restata «ai patti», assecondando la scelta della Borgonzoni in Emilia- Romagna e lasciando la guida del Copasir al leghista Volpi: «Matteo, dato che ci tieni così tanto, dirò al mio Urso di fare un passo indietro».
Certo, oggi la popolarità e il consenso sono decisamente dalla parte di Salvini: in questi giorni, nonostante alcuni gesti politicamente scostumati, persino un gruppo di suore impegnate nell’accoglienza dei migranti ha voluto fargli sapere che «preghiamo per te». Ma adesso l’ex ministro dell’Interno, che sembra avere un profilo da leader scattista, è atteso a una lunga maratona prima di arrivare alla sfida per Palazzo Chigi. «Se sarà una maratona — sorride il governatore lombardo Fontana — vorrà dire che la divideremo in tante gare da cento metri». A cui andranno aggiunti però gli ostacoli. Non sarà facile reggere alla distanza dopo aver caricato il Paese di aspettative, per quanto Salvini si sia rivelato finora un formidabile comunicatore. Ieri per esempio ha invitato il Guardasigilli Bonafede a dimettersi per una gaffe sulla prescrizione, un pasticcio giuridico diventato legge proprio grazie a Salvini.
Ma finché va tutto bene gli elettori dimenticano. E se andrà tutto bene, anche il piano di due anni fa sarà riesumato. Non sarebbe una riedizione dell’alleanza con i 5S, «non mi piacciono le minestre riscaldate», dice infatti Salvini. Sarebbe piuttosto un accordo con una costola dei 5S. Ora che «Remo» è caduto, «Romolo» ha campo libero ma deve far da solo. Per tener fede alla leggenda e per smentire una profezia che Berlusconi sussurrò in uno studio televisivo alla vigilia del voto europeo: «Salvini-Di Maio, Di Maio-Salvini… Prima o poi la gente si stuferà».
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