Wuhan, i medici-eroi contro il virus tra piaghe e crisi di nervi: «Siamo stremati»

Poi bisogna gestire le telefonate di amici e parenti, in apprensione. E vanno rassicurati anche loro, e magari queste ragazze e ragazzi d’ospedale non ne avrebbero voglia, vorrebbero essere confortati loro. Qualcuno ha lanciato sui social network la propria frustrazione: «Si mangiano solo noodle freddi», ha detto una dottoressa. Ci sono altri sfoghi «politicamente scorretti» che compaiono per pochi minuti su Weibo prima di essere spazzati via dalla censura. Ma è impossibile fermare il tam-tam sulla Rete, come è difficile arrestare il coronavirus.

E sul web, copiati da Weibo su Twitter che è bloccato da sempre in Cina ma da dove i censori di regime non possono disinfestare i post, si sono visti brevi video con infermiere in preda a crisi di nervi per il superlavoro e l’ansia.Così da Wuhan sappiamo che alcuni medici e infermieri sono così preoccupati di contagiare i familiari a casa da dormire fuori. E si denunciano alberghi che avrebbero rifiutato di dar loro una stanza. Insensibilità, egoismo, ma anche incapacità di affrontare l’emergenza contro un virus sconosciuto.

Un medico di Wuhan è morto di polmonite presa in corsia, riferisce la stampa. Era il dottor Liang Wudong, aveva 62 anni «ed era in prima linea nella lotta al virus». Non è stato chiarito se facesse parte dei 15 membri dell’équipe neurochirurgica infettata mentre operava un paziente, senza sapere che nei suoi polmoni si era insinuato il coronavirus. È crollato, stroncato da un infarto mentre andava verso l’ospedale, un altro dottore, Jiang Jijun, 51 anni, specializzato in malattie infettive. «Era stremato», hanno detto i colleghi alla tv statale. Intorno allo sforzo e al sacrificio del personale ospedaliero si sta coagulando il clima di mobilitazione di massa ordinato da Pechino. L’agenzia di stampa Xinhua ha lanciato una foto di medici di Wuhan allineati in camice, maschera protettiva e bandiera rossa con la scritta «Squadra d’assalto» anti-virus. Serve anche la propaganda, servono eroi in questa battaglia.

Pechino invia rinforzi: 1.200 medici raccolti in altre province, 450 sono dell’Esercito, sono arrivati a Wuhan. C’è bisogno di loro, perché in costruzione c’è già un secondo ospedale da 1.300 posti, dopo quello da 1.000 promesso entro dieci giorni, a tempo di record. Per questo secondo ci vorranno due settimane: neanche la Cina ha risorse infinite contro il virus. Intanto, sull’onda della paura del coronavirus, dopo quello di Shanghai è stato chiuso anche il parco Disneyland di Hong Kong.

CORRIERE.IT

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