Il divieto di fumo all’aperto piace agli italiani

Roma, 26 gennaio 2020 – I fumatori in Italia rappresentano circa il 20% della popolazione. Il dato che fa riflettere però non è la rilevanza quantitativa delle persone che fumano almeno una sigaretta al giorno, poco più di 10 milioni, ma il fatto che nonostante in questi 10 anni si sia attivata una lotta senza frontiere contro l’uso del tabacco, il numero dei fumatori sia rimasto praticamente identico: era 1 su 5 nel 2010, così all’incirca è anche oggi, secondo i dati dell’Istituto superiore della sanità. Questo ci porta a ritenere che tutte le comunicazioni sociali e sanitarie sulla pericolosità del fumo, proibizioni e divieti nella realtà non abbiano inciso in maniera significativa nella diminuzione del numero degli italiani che prendono in mano la sigaretta.

Probabilmente il motivo ricade nel fatto che essere fumatori rientra nella sfera di uno stile di vita più che di una dipendenza, ed è per questo motivo che il bombardamento di spot e messaggi che avrebbero dovuto intimidire l’uso del tabacco non hanno raggiunto l’obiettivo, invertendo i trend del consumo. È rimasto scolpito nell’immaginario collettivo la famosa frase “chi fuma avvelena anche te, digli di smettere”. Ma se, nonostante il forte pressing di comunicazione sociale, il numero dei fumatori non è calato qualche problema ci deve essere. Forse non era l’arma della salute quella da prendere come oggetto della comunicazione in quanto ogni fumatore è già consapevole dei danni che il fumo può arrecare.

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