Sondaggio politico | Cresce il Pd: +2%, 5 Stelle ai minimi. Sfida Salvini-Meloni sul gradimento

Vediamo nel dettaglio i risultati dei principali partiti. Partiamo proprio dalla Lega, che segnala una sostanziale stabilità: si attesta oggi a una stima del 32%, in crescita di mezzo punto sull’ultima rilevazione, perfettamente in linea con il dato di fine novembre. Per quanto sotto il dato delle Europee, non si registrano contraccolpi postelettorali. Occorre tener presente che, pur sconfitta nella gara per la presidenza della Regione Emilia-Romagna, la Lega ha ottenuto in quelle consultazioni risultati assolutamente rilevanti, guadagnando quasi 200.000 voti rispetto alle Politiche. Si consolida quindi la sua posizione di primo partito del Paese. Il Pd ottiene un risultato positivo, attestandosi al 20,3%, due punti in più rispetto alle ultime rilevazioni. In questa crescita conta certo il risultato dell’Emilia e il suo essere stato capace di fermare l’avanzata leghista, ma ancora di più probabilmente contano le difficoltà del M5S. Movimento che si conferma in profonda crisi. Oggi le stime lo collocano al 14%, il punto più basso dalle elezioni del 2013. È, come abbiamo già avuto occasione di dire, una formazione che non ha più una propria collocazione nel panorama nazionale e che si trova senza una leadership riconosciuta. Fratelli d’Italia, che in Calabria ha ottenuto il 10,9%, accentua in questo sondaggio la propria capacità attrattiva: le nostre stime collocano questa formazione al 12%, con una crescita di quasi due punti sull’ultima rilevazione. La forza evidente della sua leadership e la sua capacità di intercettare malumori di parte dell’area di centrodestra danno ragione di questa avanzata. Tra le altre formazioni, Forza Italia continua a mantenere il proprio livello di consensi intorno a poco più del 6%, qualcosa in meno rispetto all’ultima rilevazione, ma in linea con i dati precedenti. Italia viva perde quasi un punto rispetto al dato di dicembre, anche perché la visibilità di Renzi è stata in parte oscurata dalle consultazioni regionali cui questa formazione non ha partecipato.

Tendenze simili si registrano per i consensi al governo, al presidente del Consiglio, ai principali leader politici. Per i quali prevale una sostanziale stabilità. L’apprezzamento del governo fa registrare un indice del 45 (la percentuale dei voti positivi esclusi i «non sa»), esattamente lo stesso dato registrato subito dopo la nascita del Conte II. Il presidente del Consiglio si attesta su un indice del 50, in ripresa rispetto alle ultime rilevazioni e vicino ai dati registrati nei primi mesi di governo. Giuseppe Conte si conferma il politico più apprezzato, distanziando di 9-10 punti gli inseguitori. Seguono Salvini e Meloni affiancati. Salvini si colloca al 42, in ripresa di quattro punti rispetto all’ultima rilevazione. La diffusa presenza mediatica garantitagli dalla campagna emiliana ha dato frutti positivi. Ma ancora migliori i risultati di Giorgia Meloni, che ottiene un dato analogo a quello del segretario della Lega (41), con un incremento di ben cinque punti rispetto all’ultima rilevazione, tornando ai livelli migliori degli ultimi mesi. Per quel che riguarda gli altri leader e capidelegazione, le variazioni sono contenute. Solo Zingaretti, anche in conseguenza del voto emiliano, fa segnare una crescita apprezzabile, di circa tre punti, arrivando a un indice del 27. Insomma, il panorama non sembra segnalare scossoni particolari, ma i segnali vanno almeno in due sensi: la competizione nell’area di centrodestra diventa più accesa e Giorgia Meloni sembra sempre più essere un’interlocutrice forte; il Partito democratico ha ricevuto qualche beneficio dalla vittoria ma il posizionamento non cambia, richiedendo interlocuzioni e aperture ampie. Il dato più evidente infine è che il governo mantiene e consolida i propri consensi. Se la crisi del Movimento 5 Stelle non diviene dirompente, si rafforza la possibilità di durare a lungo.

CORRIERE.IT

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