Sardine, per non dispiacere a nessuno rischiate l’estinzione
- Paolo Flores d’Arcais Filosofo, direttore della rivista MicroMega
Cari Andrea Garreffa, Roberto Morotti, Mattia Santori, e Giulia Trappoloni (rigorosamente in ordine alfabetico), per un gesto spericolato che si è rivelato lucido e improcrastinabile (chiamare alla piazza contro Salvini e la sua politica anticostituzionale), siete diventati il catalizzatore di speranze di massa che si stavano rassegnando nell’apatia, disperatamente. “Moltitudine di storie soggettive e di desideri”, le avete definite da ultimo, “incontro fra generazioni”, cittadini che “amano la politica” ma si sentono “orfani di rappresentanza”. Ma soprattutto, fin dal primo istante, che considerano bussola la Costituzione, la prendono sul serio e chiedono ai politici di fare altrettanto, realizzandola.
Credo siate perfettamente consapevoli che le ondate di speranze che avete suscitato, espresse in partecipazione oltre ogni previsione, possono ancor più rapidamente spegnersi in frustrazione e in più cocente delusione, se le azioni politiche che ogni giorno realizzate (e nella vita pubblica le parole sono azioni, come lo sono gesti, simboli e omissioni) smentissero quella fedeltà implementativa ai valori della Costituzione che, sola, può costituire una buona politica e che nella politica attuale, ufficiale, istituzionale latita più che mai, anche se con carature diverse per ciascun protagonista.
Sabato scorso i protagonisti della politica siete stati voi. Con la vostra lettera all’“Onorevole presidente del Consiglio” pubblicata su “La Repubblica”, e con la visita del giorno precedente a Fabrica, “centro di sovversione culturale, fondata nel 1994 da una visione di Luciano Benetton e Oliviero Toscani”, come recita il sito della stessa. Visita immortalata in una foto festante con i due fondatori, che sabato ha debordato sui social. Questi due atti sono in coerenza con l’esplosione di speranze di cui siete stati nelle recenti settimane detonatori e animatori?
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