Prescrizione, la minaccia a cui nessuno crede

Immaginate la scena: un partito di governo, in questo caso Renzi, anzi il partito che ha innescato con grande convinzione questo governo lo scorso agosto, vota la fiducia su un provvedimento che recepisce l’accordo sulla prescrizione, il cosiddetto “lodo Conte”, pur non essendo d’accordo; poi, il minuto dopo, lo stesso partito presenta una mozione di sfiducia individuale al ministro Bonafede, come se fosse un partito di opposizione, e la vota con tutta la destra – Berlusconi, Salvini e Meloni – che il minuto prima ha votato la sfiducia per mandare a casa il governo e ci riprova il minuto dopo.

In un paese normale, dove le mozioni di sfiducia le fanno quelli che i governi in carica li vogliono far cadere, si aprirebbe, immediatamente, una crisi. Anche perché, chi ha il compito istituzionale di custodire la Costituzione e anche un certo decoro della vita politica nonostante l’imminente carnevale, difficilmente potrebbe ignorare l’enorme questione politica che si porrebbe. Ed è proprio questo che hanno pensato al Nazareno, cioè che l’assurdità della mossa renziana, sia, in fondo, il più classico dei bluff: un modo per far rumore, per nulla. Perché è evidente che sfiduciare un ministro, anzi il capo-delegazione dei Cinque stelle al governo, significherebbe mettere in discussione l’esistenza stessa del Conte 2.

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