Ospedali, come il marchio di eccellenza Irccs può ingannare il paziente

di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

Sono loro ad aver isolato il Coronavirus: il team dello Spallanzani di Roma. Già nei primi anni 2000 il Ministero lo ha identificato come polo nazionale contro il bioterrorismo e specializzato nel trattamento delle malattie infettive più problematiche, dalla Sars alla Mers. L’ospedale ha 110 ricercatori che hanno prodotto 150 pubblicazioni di rilevanza scientifica nel 2019, e 4 lavori corposi negli ultimi tre anni. È dal 1996 riconosciuto dal Ministero della Salute come Irccs, che sta per «Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico». Un riconoscimento prestigioso, perché quando un ospedale può fregiarsi di questo titolo vuol dire che garantisce le cure migliori e più innovative proprio perché ricerca e assistenza viaggiano insieme. Detto con una metafora: è come per un ristorante incassare la stella Michelin. Per questa ragione molte strutture premono per aggiudicarsi quel «marchio d’eccellenza» che oltre ai fondi pubblici attrae 800 mila pazienti ogni anno. Non sempre però le promesse che accompagnano l’assegnazione del titolo di Irccs corrispondono alla realtà, con conseguente inganno ai pazienti.

Cosa dice la legge
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