Borse crollano con petrolio e virus: Tonfo a Wall Street, Milano a -11%. L’Europa brucia 608 miliardi
di Giuditta Marvelli
Le Borse mondiali crollano sotto i colpi di petrolio e coronavirus. Nel nuovo «lunedì nero» dei mercati finanziari, Piazza Affari ha lasciato sul terreno l’11,17%, con la seconda peggiore chiusura in vent’anni, superata solo (di pochi decimi di punto) dal crac nel giorno del referendum sulla Brexit.
I fattori che hanno scatenato il «panic selling» sui mercati sono due: la stretta del governo italiano sulla Lombardia per controllare la diffusione del coronavirus e lo scontro dei grandi produttori (leggi Arabia Saudita e Russia) sul petrolio, dopo il mancato accordo raggiunto in seno all’Opec+. Le Borse europee sono andate al tappeto. E Piazza Affari ha pagato il conto piu’ salato. Il Ftse Mib, arrivato a cedere oltre il 12% in concomitanza con lo stop alle contrattazioni di Wall Street, ha chiuso in ribasso dell’11,17%.
Piazza Affari non accusava un calo a doppia cifra dal 2016, dopo l’annuncio del voto sulla Brexit. Lo spread è volato di 43,8 punti a 225 punti, con il rendimento del decennale che si è portato sopra all’1,41%. Il petrolio Wti (contratto di aprile), arrivato a segnare un calo attorno al 30%, ha ridotto le perdite al 18% sul finale, attestandosi a 33,8 dollari al barile.
Molto male anche le Borse europee (ma Milano è stata la peggiore del lotto). Parigi ha chiuso in calo dell’8,39%, rosso più ampio dai tempi del crac di Lehman Brothers nel 2008. Francoforte cede il 7,94% e per trovare una calo maggiore bisogna risalire all’attentato contro le Torri gemelle a New York nel 2001. La migliore, per modo di dire, è Londra, che limita il crollo al 7,69%.
Il petrolio e il virus
Una delle sedute peggiori della storia recente delle Borse europee ha
portato a un crollo dell’indice StoxxEurope600, che raggruppa i
principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, del 7,4%,
che equivale a 608 miliardi « bruciati» in una giornata. A Milano, solo
nel paniere Ftse Mib dei gruppi maggiori, sono andati persi 51 miliardi
di capitalizzazione.
La seduta delle Borse europee è stata contrassegnata sin dall’inizio dall’alta tensione: i listini sono schiacciati dal -30% del petrolio (ai minimi dal 1991) dopo il nulla di fatto dell’Opec+ e dalla paura per la diffusione sempre più ampia del coronavirus, che ha reso necessarie le misure drastiche di contenimento varate da alcuni Paesi, tra cui l’Italia.
Wall
Street ha aperto in forte ribasso, con gli indici Dow Jones, Nasdaq e
S&P 500 subito sotto del 7%. La Borsa di New York è rimasta chiusa
per 15 minuti, ma alla ripresa la musica non è cambiata: a metà giornata
sui mercati Usa, il Dow Jones era in calo quasi il 6%, mentre il Nasdaq
cedeva quasi il 5%.
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