“Posso uscire?”, “Posso lavorare?”: tutto quello che c’è da sapere nel paese chiuso per coronavirus
di ALESSANDRA ZINITI
Le limitazioni previste dai due decreti firmati sabato notte dal premier Giuseppe Conte per la Lombardia e le 14 province del nord, ora estesi a tutta Italia sono già in vigore. Tanti i dubbi interpretativi. Ecco una guida su alcuni degli interrogativi che i cittadini si pongono.
Dove valgono le restrizioni?
In Lombardia e in altre 14 province di Piemonte, Emilia, Veneto e Marche Piemonte. Dalla mattina del 10 marzo anche nel resto d’Italia.
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di CRISTINA NADOTTi
Chi vive in Emilia Romagna è bloccato in zona rossa?
No, non esistono più le zone rosse come quelle degli undici Comuni del
Lodigiano e di Vò in Veneto. E’ stata istituita una zona arancione con
l’intera Lombardia e 14 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio
Emilia, Rimini in Emilia Romagna , Pesaro e Urbino nelle Marche,
Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli in Piemonte,
Padova, Treviso e Venezia in Veneto. Ci sono limitazioni agli
spostamenti ma non c’è un divieto assoluto come era per le zone rosse.
È possibile entrare e uscire?
Sì, per motivi di salute o di lavoro. E basta un’autocertificazione.I pendolari possono continuare ad andare al lavoro?
Gli spostamenti in entrata e in uscita, ma anche all’interno della zone
arancione, sono consentiti solo per motivi di lavoro, motivi di salute
comprovati da un certificato medico, dunque
per una visita o una terapia e per stato di necessità, come ad esempio
ci si potrà muovere in assenza di farmaci o generi alimentari. Le
giustificazioni degli spostamenti potranno
essere attestate con autodichiarazione attraverso la compilazione di
moduli fornite dalle forze di polizia incaricate dei controlli.
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