Coronavirus, il Cnr: “Picco dell’epidemia fra 10 giorni”
«Il numero di casi, in assoluto, dipende dal fatto che noi abbiamo fatto molti più tamponi degli altri, se Germania e Francia facessero screening a tappeto si troverebbero in situazioni diverse dall’attuale, ma comunque anche questi Paesi stanno attraversando una fase di aumento esponenziale, superando in pochi giorni i 1000 casi. Penso che nel giro di due settimane arriveranno a quanto siamo noi adesso. Poi ci sono senza dubbio dei fattori ambientali ed è possibile anche che il virus si sia confuso con l’influenza. Rimane ancora da interpretare bene, però, l’eccesso di mortalità, intorno al 5%, in Italia simile a quello del periodo di massima intensità a Wuhan, contro una media intorno all’1-2%. Una spiegazione può essere dovuta, forse, a una percentuale di popolazione fragile più alta che in altri Paesi, anche se l’età media da noi non è molto diversa da quella di Francia e Germania. Un’ipotesi è che circoli un ceppo più aggressivo rispetto a quello iniziale, ma è necessario approfondire».
Con l’arrivo di temperature più alte andrà meglio?
«Non si sa, possiamo solo fare un’analogia con virus che hanno la massima diffusione a temperature basse, lo sapremo solo quando succederà».
Non dobbiamo perdere la speranza….
«I guariti sono già oltre la metà dei casi totali (62.000 guariti su 110.000 casi rilevati dall’inizio dell’epidemia). Stiamo attraversando la fase di incremento che precede il picco. In Cina le infezioni si sono stabilizzate dopo un mese dall’implementazione delle misure. L’importante è non abbandonarsi a comportamenti irragionevoli e sopportare con responsabilità il peso delle misure messe in campo».
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