La curva non avvicina la Fase 2

La politica fantastica su imminenti graduali riaperture, ma la realtà dei numeri riporta l’Italia “senza dubbio nella fase 1”. Gli scienziati tirano con forza il freno a mano. Perché nel frattempo domani scattano le prime timide riaperture, il Governo fa trapelare che altre filiere (la moda, l’automotive, la metallurgia) potrebbero essere riavviate prima del 4 maggio, il dibattito politico è focalizzato sulla “fase 2” e nelle strade ancora circola più gente di quella che dovrebbe. I freddi numeri dicono però che l’Italia è ancora inchiodata alla fase 1, nonostante qualche segnale positivo – soprattutto la pressione che si allenta sulle terapie intensive – ma con il peso di oltre 20 mila morti e oltre 100 mila contagiati. 

È il giorno della grande frenata o addirittura della retromarcia del Comitato tecnico-scientifico. In conferenza stampa l’infelice compito spetta stavolta a Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. “A  maggio non arriveremo a zero contagi. Il coronavirus non stopperà la sua circolazione”. E ancora: “Il virus continuerà a circolare, dovremo essere bravi a individuare cluster e intervenire, con le app, ma soprattutto gli uomini, serve la medicina territoriale”. La scuola? A settembre, dicono in coro gli esperti. Il campionato di calcio? Ora no. Poi la chiosa: “Però tocca al decisore politico stabilirlo”. Anche il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli commenta le voci su altre prossime riaperture dicendo che al momento, osservando le curve del contagio, “qualsiasi ipotesi è prematura”. 

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