Conte non ritira quel dito puntato. “Fake news rischiavano di dividere il Paese”
Tutti gli interventi del premier, spiega ancora l’ufficio stampa, “si sono sempre svolti secondo le consuete modalità e, in particolare, nella forma di conferenze stampa, salvo qualche rara eccezione Sin dall’inizio del primo mandato del Presidente Conte, dal giugno 2018, Palazzo Chigi trasmette il segnale audio video in Hd mettendolo a disposizione di tutti e di tutte le reti televisive, le quali liberamente decidono se e cosa mandare in onda sui propri canali. Lo stesso è avvenuto in occasione delle dichiarazioni alla stampa di sabato 21 marzo (per le quali alcuni hanno parlato, del tutto impropriamente, di ‘diretta facebook’) e della conferenza stampa di venerdì 10 aprile (per la quale alcuni, anche qui del tutto impropriamente, hanno parlato di “discorso alla nazione a reti unificate”)”, sottolinea Palazzo Chigi. “Non c’è stata alcuna Conferenza Stampa a reti unificate”.
I responsabili delle singole testate giornalistiche “sono anche liberi di sostenere la singolare opinione secondo cui il presidente del Consiglio non dovrebbe smentire fake news e calunnie nel corso di una conferenza stampa rivolta al Paese, né dovrebbe parlare di un tema rilevante e di interesse generale come il Mes” precisa ancora l’ufficio stampa di Palazzo Chigi. “Facciamo notare che Conte non avrebbe potuto evitare di affrontare il tema del Mes e chiarire le relative fake news veicolate dell’opposizione, visto che questo tema è poi stato oggetto delle domande poste dai giornalisti. A conferma del fatto che si tratta di argomento di interesse generale”.
La controreplica. “Non vedo perché tornare su questa polemica dopo due giorni” dice Giorgia Meloni all’Ansa, “Conte sa benissimo che utilizzare una conferenza stampa per annunciare la proroga del lockdown per attaccare le opposizione è un atto di bullismo istituzionale. Questo tentativo di Palazzo Chigi di mantenere una rissa costante con le opposizioni è un gioco irresponsabile al quale non ci prestiamo. Evidentemente è particolarmente nervoso, capiamo le ragioni, ma non siamo noi l’oggetto del suo sfogo continuo. Mi risponda nel merito sul Mes”.
Anche a Pasquetta il governo trova il tempo di attaccare Lega, opposizioni e giornalisti, una vera e propria ossessione” risponde Matteo Salvini. “Gli italiani gradirebbero lo stesso impegno del governo nel fornire almeno una mascherina protettiva ad ogni cittadino, invece di chiacchiere – prosegue il segretario leghista -. Oppure nel garantire il pagamento della cassa integrazione in tempi decenti e non fra settimane, come accadrà. O nell’aiutare le imprese con soldi veri, e non solo a parole o con debiti”.
“Noi non censuriamo. Qui la libertà è assoluta, ma non c’è la libertà di qualcuno di dire: ora va in onda quello che voglio io. La libertà è una cosa seria. Noi preserviamo la nostra nel rispetto di chi segue questo telegiornale. Spero che venga preservata ancora, nonostante dei comunicati molto scomposti” dice invece il direttore del TgLa7, Enrico Mentana. “Non si dica quindi che si è voluto rispondere a una fake news. La verità vera è che non c’è nessuna censura né ci può essere: quando Palazzo Chigi chiede di intervenire, interviene – ha proseguito -. E nessuno chiede il testo prima o censura al volo. Era solo il modo per dire che non può essere data, se non per Chavez, in Venezuela, dove è successo, la possibilità a un capo del governo di intervenire su quel che vuole, quando vuole. Questa evidentemente non è democrazia”.
L’HUFFPOST
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