Coronavirus, negli Stati Uniti la politica viene prima della salute dei cittadini
di Andrea Marinelli e Milena Gabanelli
La scienza non dovrebbe avere colore, eppure, negli Stati Uniti, la feroce polarizzazione che scandisce le scelte politiche non si è fermata neanche davanti alla gestione del coronavirus. «Vi prego, non politicizzate il Covid-19», ha detto l’8 aprile il segretario dell’Organizzazione mondiale per la Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus. La risposta del presidente Donald Trump è arrivata neanche una settimana dopo: ha accusato l’Oms della crisi e ha tagliato i finanziamenti americani all’agenzia. Il giorno prima, nel briefing del 13 aprile alla Casa Bianca, Trump era andato invece allo scontro finale con i governatori: prima ha fatto proiettare un video che celebrava le sue azioni contro il virus, poi ha sostenuto di avere il potere assoluto sugli Stati e di poter ordinare loro quando riaprire. «Quando uno è presidente degli Stati Uniti», ha detto, «la sua autorità è totale e i governatori lo sanno». Per tutta risposta, si sono formate due coalizioni di Stati, che si coordineranno fra loro e non con il governo federale: una atlantica che comprende New York, New Jersey, Connecticut, Pennsylvania, Delaware, Rhode Island e l’unico Stato repubblicano, il Massachusetts; una pacifica con California, Oregon e Stato di Washington. I governatori di questi dieci Stati hanno annunciato che lavoreranno insieme per decidere — loro, non il presidente — quando sarà il momento di far uscire di casa i cittadini e far ripartire l’economia. E con quali modalità.
Senza lockdown solo i repubblicani
Che la politica sia finita davanti alla salute dei cittadini, però, è evidente da un altro dato. Gli unici 6 Stati che non hanno ancora deciso di indire un lockdown totale sono tutti repubblicani, così come la grande maggioranza di quelli che hanno chiuso per ultimi, da aprile in poi. In Oklahoma, la questione è totalmente in mano ai sindaci. In South Dakota, la governatrice Kristi Noem si è rifiutata di dire ai residenti di stare a casa e ora si ritrova uno dei principali focolai del Paese in un impianto per la lavorazione della carne di maiale, che potrebbe mettere a rischio la filiera in tutti gli Stati Uniti. I governatori di Florida, Georgia e Mississippi — tutti Stati vinti da Trump nel 2016 — dopo aver respinto per due settimane le richieste degli esperti di salute pubblica, hanno ordinato ai propri residenti di restare a casa soltanto il 2 aprile.
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