Debito e deficit in aumento, però l’Italia può farcela. Grazie alla Bce, ma anche al Mes
I mercati finanziari saranno disposti a prestarci questa montagna di soldi? Non è tanto importante, spiega l’Osservatorio dei conti pubblici di Carlo Cottarelli, perché 224 miliardi arriveranno dalla Bce, nell’ambito del nuovo Quantitative easing. Dal nuovo fondo Ue, il Sure, 17. E, dal famigerato Mes, se li vogliamo, 36. Totale dall’Europa, 277 miliardi, quasi il 60 per cento del fabbisogno del Tesoro per il 2020. Di fatto, dobbiamo trovare sui mercati meno soldi di quelli che avremmo dovuto, comunque, cercare, se il virus non fosse mai arrivato.
Non è il solo bastione a difesa del nostro debito. Oltre al flusso dei nuovi finanziamenti, conta la loro consistenza. Con gli acquisti già previsti dalla Bce e i soldi che arrivano da altri canali Ue, il totale dei crediti in mano alle istituzioni europee toccherà un quarto del nostro debito totale. Cottarelli invita a leggerlo così: oggi gli investitori privati detengono debito pubblico italiano per un ammontare equivalente al 112 per cento del Pil. A fine 2020, nonostante l’esplosione del debito, la quota in mano ai privati non supererà il 120 per cento. Dal 112 al 120 per cento non è un terremoto.
Rinunciando ai crediti che il Meccanismo europeo di solidarietà è pronto a dare per la spesa sanitaria, senza altri vincoli e condizioni, i conti sono un po’ peggiori. Sul piano puramente finanziario, però, sarebbe un’occasione persa. In questo momento, il Tesoro si indebita sul mercato a dieci anni, ad un tasso vicino al 2 per cento. Cioè, per chiedere quei 36 miliardi agli investitori privati e non al Mes, l’Italia deve pagare un po’ più di 700 milioni di euro l’anno. Il Mes, invece, grazie al rating eccellente, si indebita sul mercato, a dieci anni, allo 0 per cento. E l’interesse zero verrebbe girato al paese debitore, cioè l’Italia. Insomma, i 36 miliardi vanno restituiti, ma sono gratis. Se poi il debito fosse a 5 anni, invece che a 10, ci si può guadagnare qualcosa. Attualmente, il Mes si indebita a cinque anni al tasso del -0,30 per cento. Per aver preso quei soldi, l’Italia intascherebbe un po’ più di 100 milioni l’anno.
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