Coronavirus, Financial Times: il bilancio delle vittime potrebbe essere superiore del 60 per cento

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Alessandra Rizzo

Secondo l’analisi di FT, i morti sono cresciuti del 60% in più in Belgio, del 51% in Spagna, del 42% in Olanda e del 34% in Francia durante la pandemia rispetto allo stesso periodo negli anni precedenti. Alcuni di questi decessi potrebbero essere il risultato di cause diverse rispetto al Covid-19 visto che magari la gente preferisce evitare gli ospedali in queste settimane. Ma il tasso di mortalità è cresciuto decisamente di più nei Paesi in cui il contagio è stato più violento, facendo pensare che la gran parte di questi decessi siano direttamente collegati al virus piuttosto che semplicemente agli effetti collaterali del lockdown. 

In Lombardia, ad esempio, il quotidiano britannico rileva oltre 13mila morti in eccesso nei 1.700 municipi dove sono disponibili i dati. Si tratta di un aumento del 155 per cento rispetto alla media storica. Di gran lunga superiore ai 4.348 decessi attribuiti al Covid 19 nella regione italiana.

Con un aumento del 464% delle morti rispetto alle medie degli anni precedenti, la provincia di Bergamo è la regione che ha registrato il più alto incremento al mondo, seguita da New York con il 200 percento e Madrid con il 161 percento. Nella capitale indonesiana Jakarta, i dati sulle sepolture mostrano un aumento di 1.400 rispetto alla media storica nello stesso periodo, 15 volte la cifra ufficiale dei 90 morti per Covid dichiarati.

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paolo mastrolilli

L’incremento non è tutto da attribuire al nuovo coronavirus, ma allo stesso tempo è necessario considerare una diminuzione della mortalità per altre cause, come incidenti stradali o infortuni sul lavoro, per via delle restrizioni messe in atto in diversi Paesi.

Il rischio di sottostime è più elevato nelle case di riposo per anziani, particolarmente vulnerabili al virus. Le loro morti non sono state correttamente attribuite al coronavirus negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito.
Secondo il professor David Spiegelhalter, che studia la comprensione pubblica del rischio all’Università di Cambridge, i conteggi giornalieri riportati dal Regno Unito ad esempio sono “troppo bassi” perché tengono conto solo dei decessi avvenuti in ospedale: «L’unico paragone imparziale che si può fare tra Paesi diversi è basato sull’osservazione della mortalità globale».

Molti non sono morti per Covid, sul certificato di morte la causa resta spesso polmonite. E non questi non vengono contati. «Eppure sono inevitabilmente collegati a questa epidemia».

LA STAMPA

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