Abbiamo bisogno di una nuova mappa mentale
Di cosa c’è bisogno? Di consapevolezza. Di consapevolezza su come ognuno può contribuire a rallentare il contagio e a proteggere le porzioni della popolazione più a rischio di sviluppare la forma grave. E di una nuova mappa mentale per orientarsi nella propria vita, nei propri percorsi di ogni giorno. Ognuno di noi deve immaginare quali sono i comportamenti da evitare a partire dal rimanere a casa se non ci si sente tanto bene (e qui mi riferisco soprattutto ai tanti pendolari giornalieri e settimanali) al non promuovere e allo scoraggiare raggruppamenti di persone che possono passarsi l’infezione in maniera efficace. Insomma, muoversi un po’ di meno, muoversi in maniera intelligente. Essendo consapevoli che Covid-19 può essere completamente asintomatico anche in noi stessi e che quindi possiamo essere anello di congiunzione fra mondi paralleli come le case di riposo.
La vera sfida sarà di essere capaci di riorganizzare la nostra vita intorno a delle nuove priorità che il Covid ci ha rivelato. Io credo che la priorità sia di tenere le persone fuori dalle terapie intensive, e sappiamo benissimo chi ha più probabilità di cadere perché i fattori di rischio sono noti: incremento della letalità con l’età e in concomitanza di altre patologie o disfunzioni. Di certo dovremo continuare a lavarci le mani e a stringercele un po’ di meno. Si può proteggere la salute pubblica e salutare lo stesso in modi diversi: ad esempio con il sorriso. Perché siamo liberi. 2 maggio 2020 (modifica il 2 maggio 2020 | 23:19)
CORRIERE.IT
Pages: 1 2