Coronavirus, scatta l’emergenza affitti: oltre la metà delle famiglie non riesce a pagare

Di certo serve una risposta straordinaria. Ai 9 milioni di poveri che si contano in Italia, rischiano di aggiungersene altri 10 milioni a causa della caduta verticale della capacità reddituale: “Chiediamo che i due fondi di sostegno possano essere riunificati dai comuni e soprattutto che vengano erogati in maniera celere” prosegue Chiappelli. Anche perché se da un lato ci sono gli inquilini in difficoltà, dall’altro molto spesso non ci sono ricchi possidenti, ma famiglie per le quali l’incasso dell’affitto è un sostegno reddituale importante per coprire le spese correnti: con l’aumento della disoccupazione per molti potrebbe anche essere l’unica entrata.

Motivo per cui il Sunia insiste perché il contributo sia erogato direttamente al locatore: “Dobbiamo mettere gli inquilini in condizione di pagare un canone. E per farlo serve un rilancio del settore con un piano pluriennale”. Chiappelli si augura che “dalle macerie venga messa in campo una proposta strutturale e non più emergenziale: serve un fondo di sostegno continuativo da almeno 300 milioni di euro l’anno. Altrimenti le famiglie in difficoltà non riusciranno più a stare sul mercato libero. E poi rilanciamo l’edilizia pubblica e popolare”. Secondo l’Istat a fronte di 700mila persone che abitano in un alloggio di edilizia residenziale pubblica ci sono altre 650mila domande inevase: “Rilanciare l’edilizia pubblica – chiosa il segretario del Sunia – sarebbe anche un volano per l’economia. Va bene affrontare l’emergenza, ma per farlo dobbiamo già progettare il futuro”.

BUSINESS INSIDER

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