Coronavirus, le cure: ecco le armi che abbiamo per battere il Covid-19
di ALESSANDRO MALPELO
Roma, 6 maggio 2020 – I detrattori sono sempre dietro l’angolo. Ogni volta che nasce una terapia l’opinione pubblica prima si esalta e poi si spacca. Come nel calcio. Tra giudizi lusinghieri e stroncature, superata l’euforia per la novità si affacciano i primi dubbi. Ed escono le fake news, i teorici del complottismo snobbano gli inviti alla prudenza. Abbiamo visto per l’eparina, utilissima nel prevenire la microtrombosi polmonare da Covid: sui social circolavano email taroccate in cui si parlava di cura miracolosa, tenuta nascosta per oscuri motivi. Illuminante il giudizio di Antonio Rebuzzi, cattedra di Cardiologia all’Università Cattolica di Roma: “Un farmaco è efficace se si somministra in dose corretta, altrimenti è inutile o addirittura pericoloso. Eparina? Efficace sì, ma sarebbe pericoloso somministrarla in maniera indiscriminata al primo sospetto di Covid”. Stessa sorte era toccata all’antireumatico Tocilizumab, utilizzato in oncologia in tandem con le Car-T, da Paolo Ascierto, al Pascale di Napoli, per spegnere la “tempesta infiammatoria da citochine” e limitare i danni nella polmonite interstiziale.
Italia, il bollettino del 5 maggio
Oggi il tifo da stadio accompagna le notizie delle somministrazioni di plasma da donatori convalescenti. L’aspettativa nei confronti degli anticorpi neutralizzanti, ovvero le immunoglobuline trasfuse in ospedale, sembrano quasi una fede. Chi si dimostra tiepido viene tacciato nientemeno che di complicità con Big Pharma. Oggi sappiamo che i successi nella lotta al Coronavirus sono legati a più fattori: organizzazione sanitaria, monitoraggi tempestivi, migliore conoscenza della tempistica dei protocolli e terapie collaudate.
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