Conte adesso accelera sui negozi: «Valutiamo la possibilità di anticipare le riaperture»
Per migliaia di piccole imprese stremate dal lockdown, ogni giorno ulteriore di attesa rischia di avvicinare il collasso definitivo. Le pressioni delle categorie produttive si sono fatte insostenibili per il governo, già sommerso dalle voci dissonanti che si alzano nella maggioranza e tra i presidenti delle Regioni. E così Giuseppe Conte si è convinto a rivedere la tempistica delle riaperture.
Il presidente del Consiglio, intervistato dall’Agi, ha detto che «continuando con il senso di responsabilità sin qui dimostrato, in molti territori si potranno anticipare le riaperture già nei prossimi giorni di maggio». Il pressing è fortissimo, l’intero comparto del commercio denuncia di essere in ginocchio. E Conte, incontrando Rete Imprese Italia, prova a rassicurare la categoria: «Dal governo non c’è alcuna volontà di protrarre questo lockdown residuo. Se c’è la possibilità di anticipare qualche data, possiamo anche valutare delle aperture ulteriori».
In alcune Regioni i bar, i ristoranti, i parrucchieri e i centri estetici potranno alzare le saracinesche due settimane prima dell’1 giugno, cioè già il 18 maggio. Stessa data (forse) per i teatri, a quanto il premier ha dichiarato al Fatto quotidiano. La scelta sarà presa sulla base dell’indice di contagio R0, delle regole di monitoraggio del ministero della Salute e dei protocolli di sicurezza che l’Inail sta realizzando per ogni categoria. Le nuove norme dovranno passare al vaglio del Comitato tecnico-scientifico, che in realtà è orientato a concedere il via libera solo il 1° giugno per i comparti più a rischio.
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