Salute, un nuovo diritto per tutti

di Sergio Romano

Sono almeno tre i motivi per cui questa epidemia è potenzialmente più grave e minacciosa di quelle che hanno afflitto il mondo nel corso degli ultimi decenni, da quella dell’Aids a quelle dell’Ebola e della Sars. Il primo motivo è la dimensione assunta dalla globalizzazione. Non è la prima volta che un bacillo arriva dall’Asia. La peste nera scese da un altopiano della Mongolia all’inizio del XIV secolo, raggiunse la Turchia, attraversò la Siria e dalle coste del Mediterraneo entrò in Italia, Svizzera, Francia e Spagna provocando, secondo il calcolo di alcuni demografi, non meno di 30 milioni di morti. I vettori erano i topi che viaggiavano nelle stive mentre i tempi di diffusione del morbo erano quelli delle carovane e delle navi mercantili. Ma il numero degli abitanti nei Paesi aggrediti era molto più modesto mentre oggi tutto è infinitamente più grande e più veloce. È più grande la Cina (un miliardo e 293 milioni). È enormemente cresciuto il turismo; secondo la World Tourism Organization i turisti internazionali, nel 1950, erano circa 25 milioni, mentre nel 2019 i viaggiatori internazionali hanno superato per la prima volta il miliardo:

una cifra destinata forse a contrarsi nelle fase immediatamente successiva al termine della pandemia. Oggi non vi è importante città europea che non abbia un quartiere cinese, non vi è università europea che non abbia studenti cinesi, sono rari gli uomini d’affari che non abbiano fatto almeno un viaggio in Cina e non c’è linea aerea internazionale che non abbia aumentato i voli per Pechino e Shanghai. La globalizzazione significa quasi sempre maggiore ricchezza. Quanto più numerosi sono i legami che ci uniscono agli altri continenti, tanto più cresce il nostro benessere. Ma oggi sappiamo che quanto più cresce la nostra ricchezza, tanto più crescono i rischi.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.