Economia in terapia intensiva. Nessuno si salva senza aiutare i sommersi
di BRUNO VESPA
Anche in questa, come in ogni guerra, ci sono i sommersi e i salvati. I salvati sono i 18 milioni di lavoratori dipendenti. I sommersi sono i 5 milioni di autonomi ufficiali, ai quali si aggiungono gli oltre tre milioni di lavoratori in nero.
Dai sondaggi le differenze tra i sommersi e i salvati emergono in modo drammatico. I salvati sono quasi indifferenti alla fretta sulle riaperture, non si sentono al sicuro dal contagio, lasciano che il governo decida con calma. I sommersi sono sommersi molto più di quanto i salvati non immaginino. Se hanno paura, sono costretti a darsi coraggio.
Potessimo idealmente riprenderli da un drone, vedremmo un serpentone interminabile di gente spesso disperata. Gente dal tenore di vita compromesso per chissà quanto tempo. Sommersi che trascineranno nel loro girone infernale anche tanti salvati, perché se un imprenditore di qualunque livello muore, muoiono con lui anche i suoi dipendenti.
Si aggiunga che la rottura degli argini sugli aiuti di Stato nell’intera Unione europea aiuterà i paesi più ricchi. Non a caso ad Alitalia andranno tre miliardi, ad Air France sette e a Lufthansa dieci. La Germania sta aiutando le sue imprese con una quantità di denaro per noi inimmaginabile. Quando ricomincerà la corsa, esse avranno molto più carburante delle nostre.
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