Cosa sarebbe il mondo senza l’Italia
E già qui, in questa bellezza, abbiamo una prima formidabile risorsa per tirarci fuori dai guai. Noi italiani, che riscopriamo in questi giorni un piacere che davamo per scontato – quello di muoverci liberamente all’interno della nostra patria – potremo puntare innanzitutto sul turismo. Quello interno, e anche quello degli stranieri: i quali sembrano trattarci un po’ da untorelli, in questo periodo. Ma non resisteranno a lungo: “L’uomo che non è mai stato in Italia”, ha scritto Samuel Johnson, “è sempre cosciente di un’inferiorità”. E poi ci sono gli italiani. Indisciplinati e pasticcioni, certo. Ma creativi come nessun altro. E a chi ci dà dei cialtroni, regalo un’altra citazione: la frase che Vittorio Gassman, alla fine de ‘La grande guerra’ di Monicelli, rivolge a uno sprezzante ufficiale austriaco convinto di poter far leva sulla sua paura di morire per estorcergli informazioni preziose: “E mi te disi un bel nient, facia de merda”. E va davanti al plotone di esecuzione. Sapremo inventarci, anche questa volta, qualcosa di straordinario.
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