Clima, in Italia la temperatura cresce più della media globale
Per le sorgenti ELF (a bassa frequenza, cioè elettrodotti ed elettrodomestici) i dati risultano sostanzialmente invariati. Per quanto riguarda le sostanze chimiche, a preoccupare sono soprattutto i pesticidi: nelle acque superficiali il 24,4% dei punti monitorati mostra concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientale. Il 6% nelle acque sotterranee.
L’Ue è il secondo produttore mondiale di sostanze chimiche dopo la Cina. L’Italia è il terzo produttore europeo, dopo Germania e Francia, con più di 2.800 imprese attive e 110.000 addetti.
Flora e fauna, le specie più minacciate
Grave la situazione per fauna e flora, minacciate da inquinamento e specie aliene. In buono stato solo il 48% dei fiumi e il 20% dei laghi italiani. Bene le aree protette del nostro Paese. Con le sue 60mila specie animali e 12mila vegetali, l’Italia è uno dei Paesi europei più ricchi di biodiversità in
Europa e con livelli elevatissimi di endemismo (specie esclusive del
nostro territorio); un patrimonio che vede alti livelli di minaccia per
flora e fauna.
Forte argine al degrado sono la Rete Natura 2000 e
il Sistema delle aree protette italiane: quelle terrestri sono 843 e
coprono il 10,5% del territorio nazionale, 29 le aree marine protette,
2.613 i siti della Rete Natura 2000 (19,3% del territorio nazionale).
Tra i vertebrati sono i pesci d’acqua dolce quelli più minacciati (48%), seguiti dagli anfibi (36%) e dai mammiferi
(23%). Tra le piante più tutelate dalle norme Ue, il 42% è a rischio.
Le minacce più gravi vengono, però, dal costante aumento delle specie
esotiche introdotte in Italia, più di 3300 nell’ultimo secolo, dal
degrado, dall’inquinamento e dalla frammentazione del territorio.
Fiumi e laghi malati
Lontana dagli obiettivi europei la salute di fiumi e laghi in Italia. Neanche la metà dei 7.493 corsi d’acqua raggiunge uno ‘stato ecologico buono o elevato’ (43%), ancora più grave la situazione dei laghi (solo il 20%). Va meglio la situazione se si analizza lo stato chimico: è buono per il 75% dei fiumi (anche se il 18% non è ancora classificato), e per il 48% dei laghi. C’è anche il consumo di suolo a gravare sulla perdita di biodiversità. Sono ormai persi 23.000 kmq, con una velocità di trasformazione di quasi 2 mq/sec tra il 2017 e il 2018.
Sebbene il fenomeno mostrasse segnali di rallentamento, probabilmente a causa della congiuntura economica, dal 2018 il consumo di suolo ha ripreso a crescere. Nel 2018 è stato sottratto anche il 2% delle aree protette. Inoltre il territorio italiano è fortemente esposto al dissesto idrogeologico. La popolazione a rischio frane che risiede in aree a ‘pericolosità elevata e molto elevata’ ammonta a 1.281.970 abitanti, pari al 2,2% del totale.
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