Anticorpi Coronavirus, primo studio al mondo sull’uomo. “Potenziale cura al Covid”
Perché occorre lo studio
Viene da chiedersi, ma perché lo studio? La risposta è presto detta: occorre misurare parametri di sicurezza, tollerabilità, farmacocinetica (PK) e farmacodinamica (PD) di ogni singola dose somministrata ai partecipanti ricoverati prima di estendere il trattamento su larga scala contro il Covid. Lo studio J2W-MC-PYAA è randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, cioè in grado di mostrare la differenza tra chi riceve anticorpi monoclonali e chi no.
Arma contro la pandemia
“Covid-19 è una malattia apparsa per la prima volta solo sei mesi fa – ha affermato Daniel Skovronsky, capo dei laboratori di ricerca, a propositi di questa arma contro la pandemia – dunque abbiamo il privilegio di contribuire a inaugurare questa nuova era dello sviluppo di farmaci specificamente progettati per contrastare il virus. Le terapie con anticorpi come LY-CoV555 possono rivelarsi efficaci sia nella prevenzione che nel trattamento dei casi clinici conclamati, e possono essere particolarmente importanti per i gruppi più colpiti dalla malattia come gli anziani e le persone con sistema immunitario compromesso. Entro la fine del mese di giugno esamineremo i risultati sull’uomo e intendiamo avviare più ampi studi di efficacia. Nel frattempo, stiamo anche avviando la produzione di questa potenziale terapia su vasta scala”.
Produzione in tempi ravvicinati
Se la terapia anticorpale LY-CoV555 dovesse confermarsi una soluzione efficace a breve termine, l’industria si dice pronta metterla a disposizione dei pazienti il più rapidamente possibile, con l’obiettivo di rendere disponibili diverse centinaia di migliaia di dosi entro la fine dell’anno. Sarebbe un bel colpo anche per l’Italia, aggiungiamo noi, tenendo presente che la casa farmaceutica americana Eli Lilly ha uno stabilimento di produzione tra i più importanti in Toscana, a Sesto Fiorentino, quindi il nostro Paese è, dal punto di vista tecnologico, per così dire, della partita. DI certo, un trattamento come questo, con anticorpi monoclonali, avrà maggiori probabilità di risultare efficace se somministrato in fase precoce, quando il virus si sta ancora replicando.
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