“Apprezzò la circolare sulle scarcerazioni”. Le parole che inguaiano Bonafede

«Il contenuto» della circolare era di «mera segnalazione, non c’era nessun riferimento di sorta alla detenzione domiciliare umanitaria» dice ancora Romano. La stessa mattina del 21 marzo «Salvatori (delle segreteria del ministro della Giustizia ndr) mi chiede se era stata poi inviata e io gli rispondo inoltrando la circolare e non ci fu nessuna contestazione», ha raccontato Romano. In seguito, «in occasione di un’altra videoconferenza il ministro esprimerà apprezzamento per l’iniziativa», ha concluso Romano.

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Qualcuno, però, aveva intravisto i rischi di quella circolare. E’ il caso del direttore dell’Ufficio V della direzione generale detenuti e trattamento del Dap Caterina Malagodi, ascoltata sempre in commissione Antimafia alcuni giorni fa. «Io sono rimasta stupita, ho avanzato perplessità, secondo me bisognava fare una distinzione per l’alta sicurezza. Ho detto: rischiano, per questa nota, di uscire persone pericolose, ma Romano riteneva non sarebbe accaduto perché la magistratura di sorveglianza avrebbe valutato l’elemento della pericolosità del soggetto».

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Romano, aveva detto ancora la Malagodi, «riteneva che non ci fosse pericolo» invece «io questo pericolo l’ho visto», ha continuato Malagoli secondo la quale la circolare va contestualizzata nel periodo di emergenza Covid ma ha raccontato di aver detto a Romano che si sarebbe potuto non estendere la circolare «a detenuti di alta sicurezza. Romano disse che la vita vale per tutti i detenuti, e secondo lui non si poteva distinguere tra detenuti di serie A e B». «A Basentini (ex capo del Dap) ho dimostrato la stessa critica – ha proseguito Malagoli – gli dissi che» la circolare «era pericolosa». 

IL TEMPO

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