Distanziamento a scuola? No, classi accorpate anche da 30 alunni
Lo spazio vitale
La senatrice grillina Laura Granato ha annunciato ieri che per il M5S si potrebbe abbandonare l’indicazione della Protezione civile di un metro lineare fra i banchi . E’ una misura che anche le regioni considerano inapplicabile. Lo dice anche il capo del sindacato dei presidi Antonello Giannelli: «Renderebbe inservibile il 40 per cento delle aule in tutto il Paese». Il suggerimento che viene sia dalle regioni che da una parte della maggioranza è un assai più flessibile rapporto alunno-superficie di poco meno di 2 metri quadri (per la precisione 1,80 – equivalente a un quadrato di lato 1,34 – nelle scuole materne, elementari, medie e 1,96 – in pratica un quadrato di lato 1,40 – nelle scuole superiori).
Test sierologici per tutti?
Del resto, a quanto par di capire, il governo si starebbe orientando per assumere soprattutto più collaboratori scolastici (indispensabili per tutte le operazioni connesse alla sanificazione e alla sicurezza degli istituti) e più educatori e maestre per le materne e le elementari (dove la didattica in presenza è assolutamente indispensabile), mentre alle medie e alle superiori punterebbe ad accorciare la durata delle lezioni (da 60 a 40-50 minuti, è lasciato all’autonomia scolastica decidere). E’ da capire se avrà seguito la proposta che circola in queste ore di chiedere ai docenti di lavorare fino a 24 ore alla settimana in classe anziché le 18 di base (pagando la differenza, naturalmente): questo consentirebbe di recuperare forze per le lezioni in caso le classi dovessero essere divise poi a metà per mantenere il distanziamento. Intanto si fa largo nel dibattito – oltre all’uso della mascherina limitato agli spazi comuni e non in classe – l’idea di sottoporre gli insegnanti e il personale scolastico al test sierologico all’inizio dell’anno: lo vorrebbero fare la Campania e il Lazio, ma lo stanno valutando anche altri governatori.
Non si cambia la legge
Da Milano a Roma sono decine i licei e gli istituti tecnici e professionali che si sono visti in queste settimane recapitare provvedimenti di taglio delle classi nel passaggio dal biennio al triennio. Spiega Roberta Fantinato, preside dello storico liceo classico Minghetti di Bologna: «Gli uffici scolastici territoriali ci hanno assegnato gli organici come se non ci fosse stata l’emergenza Covid. Con l’ulteriore paradosso che quest’anno – proprio per via della chiusura delle scuole durante l’epidemia – nessuno è stato bocciato. E di conseguenza, senza la consueta tosatura delle classi alla fine del primo biennio, le terze sono molto più affollate del solito».
I casi più eclatanti
Ci sono regioni come le Marche in cui alcune scuole hanno per tutto il percorso delle superiori più di trenta alunni per classe con punte fino a 42. Trentuno prof del liceo classico Tasso di Roma hanno scritto al provveditore per chiedere un ripensamento: ci sono 11 seconde con 21 studenti in media, che il prossimo anno avrebbero dovuto diventare delle terze con lo stesso numero di alunni, visto che non ci sono stati bocciati. Sono state previste, però, solo 9 terze con 27 studenti. A Milano sono otto gli istituti superiori coinvolti dagli accorpamenti. A Varese, è andata anche peggio agli studenti del liceo Manzoni: hanno protestato contro la scelta della preside di dividere una seconda di 19 alunni. Il preside ha spiegato che è già andata bene così perché è stata «tagliata» una sola classe quest’anno e in cambio la scuola ha ottenuto di avere una prima in più, per dividere i ragazzi e le ragazze che arrivano e che spesso si trovano in classi molto numerose. A Urbino, al Liceo Scientifico Statale Luciano Laurana di Urbino, si vuole passare da 6 a 5 terze, con una classe con ben 32 studenti. A Bagno di Ripoli, alle porte di Firenze, i rappresentati dei genitori delle classi seconde dello scientifico e del linguistico Gobetti hanno scritto al direttore regionale del Miur per denunciare in nome e per conto di tutti i genitori il disaccordo con la scelta effettuata di accorpare le tre seconde scientifico in due terze e le attuali cinque del linguistico in quattro terze. A Tolentino nelle Marche è intervenuto addirittura il sindaco per salvare dall’accorpamento le classi quarte del Liceo Classico «Filelfo», con una delibera della giunta: l’amministrazione è pronta ad agire anche per vie legali.
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