Alla ricerca di aule. Il governo punta gli edifici dismessi
Amedeo La Mattina
ROMA. Accordo fatto nella Conferenza Stato-Regioni e un miliardo in più per la scuola. Le aule riapriranno il 14 settembre «in condizione di massima sicurezza», garantisce il premier Conte. L’unico fuori dal coro è il governatore Vincenzo De Luca, che contesta le misure della ministra dell’Istruzione Azzolina «per la quale i problemi della scuola sono diventati marginali rispetto alla politica politicante». Un duro colpo quello del presidente campano che considera «irresponsabile» far votare per le regionali il 20 settembre, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni. Azzolina non entra nel merito delle questioni, dice solo che un accordo anche con il governatore della Campania si troverà. Con un certo imbarazzo spiega che saranno gli enti locali e il ministero dell’Interno a valutare se sarà possibile utilizzare altri locali per lo svolgimento delle elezioni regionali. «Personalmente più gli studenti sono a scuola più sono contenta», liquida il discorso la ministra, che vuole superare le cosiddette «classi pollaio» con 25-30 studenti. Come? Azzolina annuncia che il 15% degli studenti verranno portati in altri locali, creando nuove strutture con l’edilizia leggera: e «se non bastasse, verranno ripresi i 3 mila edifici scolastici dismessi». Le spara addosso Matteo Salvini che chiede con quali criteri verranno scelti gli «espulsi». Per la Lega, come per Fdi e Forza Italia, la Azzolina è inadeguata. Dubbi arrivano dai presidi del Lazio, che reclamano «indicazioni precise».
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